L’Enoteca Regionale dei Vini della provincia di Torino e la Strada Reale dei Vini Torinesi hanno dato vita ad un racconto, inteso come un percorso di promozione e valorizzazione dei prodotti enologici del territorio con un programma di cene, aperte al pubblico, presso alcuni ristoranti significativi della provincia di Torino. Il calendario si sviluppa tra la fine di settembre e la fine di novembre, 20 serate in altrettanti locali dove il menu è studiato per il miglior abbinamento tra le eccellenze enologiche del territorio e quelle gastronomiche delle cucine coinvolte.
Un format che rappresenta una grande opportunità per i prodotti ed un volano al turismo enogastronomico di qualità dichiara
Alessandro Comotto, presidente della Strada Reale dei Vini Torinesi.
Una virtuosa sinergia tra i nostri due enti aggiunge
Corrado Scapino, presidente dell’Enoteca Regionale dei Vini della provincia di Torino. Siamo da anni il punto di riferimento per chi produce e per chi viene a visitare il territorio, perciò stiamo lavorando a diverse iniziative che desideriamo promuovere, attraverso una comunicazione più efficace in modo da raccontare al meglio le nostre attività e quelle dei nostri produttori. Si inizia il 23 Settembre con la zona del Pinerolese. Tutte le cene sono organizzate nel totale rispetto delle disposizioni vigenti in tema di distanziamento e contenimento del rischio di contagio. Le prenotazioni dovranno essere fatte direttamente ai numeri dei singoli locali.
Il progetto sostenuto dal Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo Rurale è realizzato dall’Enostrada dei Vini Torinesi, all’interno della quale operano i due enti organizzatori.
23/09/2021- Mehdi a CasaPautasso - San Secondo di Pinerolo (To) - Via Delio Godino, 17/A - 0121 50 27 17 / 389 83 18 825 - casapautasso19@gmail.com La locanda di Maria Maddalena Pautasso, un locale di lunga tradizione e di impronta piemontese, è diventata nel 2019 la casa di Mehdi El Omari, giovane chef nato in Marocco e cresciuto a Bergamo. Cucina creativa senza perdere il filo dell’italianità arricchita con note della cucina tipica del Marocco. Fusion di alto livello.
30/09/2021 - Il Ciabòt - Roletto (To) - Via Costa, 7 -0121 54 21 32 / 338 49 81 177 - ristoranteilciabot@libero.it Mauro Agù chef patron di questo piccolo locale cresciuto nel corso degli anni. Nella sua cucina viene privilegiato il territorio con preparazioni classiche adeguate alle nostre esigenze. Nel menu anche piatti di pesce, ma sempre con un perché. Rispetto della stagionalità, prodotti di qualità: funghi, tartufi e selvaggina.
01/10/2021 - Ristorante Valli di Lanzo -
Ceres (To) - Via Roma, 11 - 0123 53 180 - info@ristorantevallidilanzo.eu In cucina Samuele Riva e Francesco Eblovi, molto presenti anche in sala con Mara. Il cuore della loro cucina sono i prodotti delle tre valli: frutto di ricerca delle materie prime, di ricette antiche della tradizione montana e di nuovi abbinamenti che esaltano il sapore di ogni componente utilizzato. Non manca un tocco di Francia in alcune preparazioni per dare vita al loro “art du bien vivre”. Una grande passione per il vino.
08/10/2021 - Locanda La Posta Cavour (To) - Via dei Fossi, 7 - 0121 69 989 - posta@locandalaposta.it Da dieci generazioni di proprietà della famiglia Genovesio. Autentica cucina piemontese tramandata da padre in figlio per salvaguardare i sapori di un tempo.
Conosciuta per il Concorso Internazionale dei Grassoni, il locale oggi si è spostato di poche decine di metri ma trasuda la stessa tradizione. Nella vecchia sede ha ospitato personaggi famosi: dal Conte Camillo Benso di Cavour a Edmondo De Amicis e Dino Buazzelli, per citarne alcuni. In cucina troviamo da qualche tempo Walter Eynard a riproporre la sua storia culinaria.
08/10/2021 - Miniere - Traversella (To) - Piazza Martiri 1944, 4 - 0125 74 90 05/6 - albergominiere@albergominiere.com Ristorante nato nell’Ottocento, gestito dalla stessa famiglia dal 1946. L’ambiente è fedele alla storia con le grandi foto d’epoca, tutte ispirate dalle miniere, il cui sfruttamento ha rappresentato una risorsa economica importante per la comunità locale. Le loro proposte attingono dalla zona, alle erbe ed ai funghi raccolti nei dintorni si affianca la trota di Traversella, tutte ricette elaborate con grande maestria.
12/10/2021 - Sardi’s Bar & Restaurant presso Hotel Erbaluce Caluso (To) - Circonvallazione Nuova, 1 - 011 089 88 66 - info@hotelerbaluce.com Un progetto di Silvio Sardi, che dopo 30 anni di attività nell’industria audiovisiva negli USA, ha creato il brand per valorizzare i prodotti enogastronomici piemontesi. All’interno dell’hotel Erbaluce a Caluso, sapori di tradizione piemontese sono la firma della loro cucina. Particolare la selezione dei cocktails.
15/10/2021- Agriturismo Cascina Gaio -
Piverone (To) - Strada Aronco 2/b - 347 22 06 388 - info@agriturismogaio.it A due passi dal lago di Viverone in un ottocentesco cascinale. Le loro proposte utilizzano i prodotti della loro azienda agricola vegetale certificata biologica da più di vent’anni che possono anche essere acquistati. Ambiente semplice e curato, una cucina che si basa sui prodotti biologici dell’orto e del frutteto elaborati in ricette tipiche di questo territorio.
20/10/2021 - Albergo Tre Re - Castellamonte (To) - Piazza Martiri della Libertà, 27 - 0124 51 54 70 - info@trerecastellamonte.it Un’istituzione della cucina piemontese, dove tradizione e innovazione si fondono per dar vita ad un’esperienza enogastronomica che da oltre un secolo delizia i palati dei più illustri gourmet del modo. Ai tavoli dello storico locale si sono accomodati politici, eredi di Casa Savoia, attori e comici, scrittori e giornalisti. Gestito dallo chef Roberto Marchello con pietanze che ben interpretano la tradizione territoriale con altre di cucina contemporanea.
21/10/2021 - Antica Locanda dell’Orco - Rivarolo Canavese (To) - Via Ivrea, 109 - 0124 42 51 01/349 46 84 685 - locandadellorco@alice.it Moderna trattoria canavesana, conduzione familiare con Giuseppe Randisi, chef e patron. Estrema attenzione al territorio, il menu segue scrupolosamente le stagioni ed utilizza prodotti di prossimità. Piatti sia di terra che di mare e di lago in cui convivono armoniosamente tipicità ed innovazione con risultati freschi ed equilibrati.
26/10//2021 - Stasera Cucino io - Chieri (To) - Piazza Mazzini, 8 - 011 579 17 25 / 335 76 95 349 - info@staseracucinoio.it Il locale si trova in quella che fu la bottega di un fabbro.
Si trasforma da “cuochi in affitto” a ristorante grazie alla passione di Vittorio Tinelli e di Stefania Tagliento.
Una buona cucina, con uno stile moderno ed una scelta di piatti che spazia fra la cucina mediterranea e quella di tradizione piemontese con attenzione alla selezione dei produttori.
28/10/2021 - Ex Mattatoio Ristorante Sociale - Chieri (To) - Via Papa Giovanni XXIII, 8 - 345 30 02 693 - info.exmattatoio@gmail.com Un progetto gestito dalla cooperativa Ex-eat. La loro filosofia punta sulla valorizzazione del territorio chierese, selezionando fornitori che puntano alla qualità ed utilizzano metodi produttivi che rispettano la natura. Si impegnano al 100% sul fronte sociale, inserendo nello staff ragazzi con disabilità. È un luogo di aggregazione per mostre, concerti, rassegne teatrali e corsi di formazione.
03/11/2021 - Casa Vicina - Torino - Via E. Fenoglietti, 20/B - Piano 3 - Green Pea - 011 664 01 40 - ristorante@casavicina.com Stella michelin saldamente mantenuta dal 2002. Oggi si trova al terzo piano di Green Pea, accanto a Eataly Lingotto. Una storia di famiglia iniziata quarant’anni fa a Borgofranco d’Ivrea. Cucina piemontese che con il tempo diventa più contemporanea. Rimangono in carta alcuni piatti iconici come le polpette di nonna Bruna e la bagna cauda da bere servita nella Coppa Martini, ideata nel 2006 in occasione delle Olimpiadi. In cucina Claudio con la moglie Anna coadiuviati dalla nuova generazione dei Vicina; il servizio in sala curato da Stefano.
06/11/2021- Al Cantoun -
Chiomonte (To) - Via Ramats, 12 - 0122 54 339 - alcantun@live.it Un vecchio casolare trasformato in un piacevole locale a conduzione familiare, nel fascinoso centro del paese. La cucina di Paolo Aiello, chef patron, si muove sui binari della tradizione della Valsusa con un’attenzione particolare alla presentazione. Chi è alla ricerca di suggestioni montane li troverà sicuramente.
10/11/2021 - Sandomenico -
Chieri (To) - Via S. Domenico, 2B - 011 941 18 64 - ristorante.sandomenico.chieri@gmail.com Nel palazzo Bonaudo nel centro della Chieri medioevale. Luminosa la sala ristorante situata in quella che un tempo era la sala della tintura dove si tingeva il fustagno, tessuto in cotone di cui Chieri era specializzata. Specialità del locale i piatti di pesce, ma Angelo Piras, chef patron, sa coniugare perfettamente l’anima sarda con quella della terra di adozione proponendo anche interessanti piatti di carne. La sala curata con gentilezza e professionalità da Rosita, moglie di Angelo.
12/11/2021 - De Gustibus - Chieri (To) (To) - Via Martiri della libertà, 9 - 011 94 00 713/388 15 54 618 - info@degustibuschieri.it Aperto a marzo 2020 dallo Chef Davide Cristaldi e dalla giovane imprenditrice e socia Giulia Mandara, un locale moderno e accogliente. Ogni piatto nasce dalla creatività di Davide, che non solo vuole soddisfare il palato dell’ospite, ma stupire anche le sue papille gustative con avvincenti combinazioni di ingredienti e sapori.
13/11/2021 - Les Petites Madeleines presso Turin Palace Hotel Torino - Via Sacchi, 8 - 011 082 53 21 - info@turinpalacehotel.com Il ristorante del Turin Palace Hotel guidato dal 2019 dal torinese di origine calabrese Giuseppe Lisciotto con al suo fianco Chiara Favole. Una cucina orientata alla migliore tradizione gastronomica italiana che punta sulla massima qualità della materia prima con uno sguardo privilegiato su quella locale lasciando spazio anche alla sperimentazione non eccessiva.
15/11/2021 - Gardenia -
Caluso (To) - Corso Torino, 9 - 011 983 22 49 - info@gardeniacaluso.it Stella Michelin dal 2000 e stella verde Michelin 2021 per la sostenibilità, guidato da Mariangela Susigan, sensibile interprete del carpediem del suo orto dietro il ristorante, del territorio e della cultura delle erbe spontanee. L’uso delle erbe è la filosofia della sua cucina. Piatti contemporanei all’insegna della tradizione.
16/11/2021 - Koi Restaurant -
Torino - Via Secondo Frola, 4/B - 011 543 957 - info@ristorantekoi.it Gestito da Leo, di origini cinesi, e Valentina nata a Torino. Per assaporare il gusto del Sol Levante dove gli accostamenti degli ingredienti sono raffinati, una cucina in costante evoluzione nella duplice veste italiana e giapponese curata da una brigata multietnica formata alla Scuola di cucina di Sapporo.
18/11/2021 - Ristorante Garbin - Chiomonte (To) - Via dell’Avanà, 3
348 98 28 674 - ristorantegarbin@gmail.com Il neonato ristorante è l’ultimo passo della crescita della cantina di Andrea e Nadia Croce. Solidi e affermati rappresentanti della viticoltura eroica valsusina, hanno voluto abbinare ai loro vini la cucina tradizionale locale affidando al figlio Lorenzo, giovane cuoco diplomato all’alberghiero di Pinerolo, il compito di ringiovanire le ricette.
30/11/2021 - Giudice -
Torino - Strada Comunale Val Salice,78 - 011 660 20 20 - info@ristorantegiudice.com Nasce più di 75 anni come ristorante per le gite fuoriporta dei torinesi. La famiglia Giudice ha assicurato la continuità del suo operato affidandone la gestione e la cucina a Carmelo Damiano e Marco Granato cresciuti in quest’ambiente. Con il terzo socio Diego Bava, in sala, propongono oggi una cucina di ricerca, creativa senza eccessi, sempre attenta ai sapori autentici.
PROGETTO ENOSTRADA 2021 Vini e sapori del territorio torinese è il progetto coordinato dall’Enostrada dei vini torinesi e sostenuto dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale. All’interno dell’Enostrada sono due gli enti, la Strada Reale dei vini torinesi e l’Enoteca Regionale dei vini della provincia di Torino, che collaborano attivamente alla promozione delle eccellenze eno-agroalimentari della provincia.
L’Enoteca Regionale dei vini della provincia di Torino, istituita nel 2005 è una delle quattordici enoteche regionali, ha sede presso i suggestivi locali di Palazzo Valperga di Masino a Caluso, una dimora nobiliare risalente al XIII secolo immersa in un vasto parco.
Le antiche cantine del palazzo sono state recuperate e sottoposte ad un’attenta opera di restauro.
Si estendono su una superficie di oltre 100 metri quadrati suddivisi in vari ambienti dedicati alla presentazione dei vini rappresentativi di ogni singola area geografica che costituisce i territori della provncia di Torino e con una grande sala di degustazione. Oltre ai vini, presso gli spazi espositivi, si possono scoprire i prodotti artigianali alimentari inseriti nel Paniere dei Prodotti tipici della provincia. L’Enoteca promuove incontri enogastronomici, partecipa ad eventi espositivi ed organizza visite guidate. Una quarantina i soci produttori. Presidente
Corrado Scapino.
Enoteca regionale Caluso
www.enotecaregionaletorino.wine La Strada Reale dei vini torinesi è un’associazione costituita nel 2008 a cui partecipano produttori di vino, operatori turistici, enti pubblici, consorzi ed associazioni. Gli scopi dell’associazione possono riassumersi nell’incentivare l’offferta turistica, nel valorizzare le produzioni vinivinicole ed agricole, i paesaggi vitati e le attrattive storiche e culturali. Oltre duecento i soci aderenti. Presidente Alessandro Comotto.
www.stradarealedeivinitorinesi.it Lungo i 600 Km del percorso si possono scoprire le quattro macroaree vinicole: Canavese, Collina Torinese, Pinerolese e Valsusa, una piccola realtà supportata da una grande storia. Idealmente il punto di partenza coincide con Villa della Regina ed il suo vigneto settecentesco voluto dal Cardinal Maurizio di Savoia che in questi anni è tornato a produrre. Si tratta di un unico vigneto urbano italiano, uno dei tre in Europa. In questo modo Torino ha la sua denominazione Freisa di Chieri doc Vigna Villa della Regina. Parlando di vini della provincia di Torino, risulta impossibile non citare il piccolo trattato “Dell’eccellenza e della diversità dei vini che nella Montagna di Torino si fanno e del modo di farli”, scritto nel 1606 da Giovanni Battista Croce, eclettico personaggio di origine milanese, orafo, architetto alla corte dei Savoia. L’area è quella della Collina torinese, regno incontrastato del Freisa. Una volta sinonimo di vino vivace, oggi grazie al costante impegno dei viticoltori locali, si è affermato anche come vino secco, che si avvale anche di affinamento nel legno. La DOC Collina Torinese valorizza anche altri classici vitigni che hanno contribuito alla storia di questo territorio: Barbera e Bonarda, i rari Cari e Malvasia, ideale accompagnamento per la pasticceria torinese.
• Il Canavese si presenta come un corridoio tra il Piemonte e la Valle d’Aosta con grande ricchezza di ambienti naturali, colline moreniche e laghi, caratterizzati da microclimi che hanno permesso, già dal tempo dei Romani, la coltivazione della vite. Dall’uva bianca Erbaluce, simbolo del territorio, si ottengono tre tipologie di vino (fermo, Spumante e Passito), declinazioni dell’Erbaluce di Caluso, riconosciuto Docg dal 2010, a dimostrazione del grande potenziale enologico di questo vitigno. La spumantizzazione avviene, come richiesto dal disciplinare, col metodo classico o tradizionale, a riprova dell’importanza dell’uva che marca il territorio. Ai confini con la Valle d’Aosta il raro Carema Doc, da uve Nebbiolo. Nasce su terrazzamenti, coltivazione a pergola sorretta da pilastri in pietra, un vero e proprio gioiello architettonico. Barbera, Bonarda, Freisa, Neretto di San Giorgio ed altre uve locali concorrono alla denominazione d’origine Canavese che, come nel caso della DOC Caluso, si estende parzialmente anche nelle vicine province di Biella e Vercelli.
• A sud-ovest di Torino, le
Valli del Pinerolese, un territorio pedemontano e montano, che si sviluppa tra Barge e Cumiana passando per le Valli Pellice, Chisone e Germanasca. Già nel 1200, in quest’area i principi di Savoia-Acaja possedevano e coltivavano alcuni ettari di vigne, accordando grande importanza alle tecniche colturali, di cantina e alla trascrizione delle operazioni di campagna, ivi comprese quelle amministrative e contabili. A Pinerolo, nel 1881 alla grande “Esposizione Ampelografica”, si contavano più di 600 varietà di uve, tra cui ben 333 vitigni autoctoni della provincia di Torino provenienti in buona parte da quest’area di antica vocazione vitivinicola. I problemi contingenti alle aree montane hanno successivamente visto una riduzione della superficie coltivata. Due le perle enologiche del territorio ottenute da vitigni autoctoni: i vini Ramìe e Doux d’Henry. Il primo, prodotto nella zona di Pomaretto, è un blend di Avanà, Avarengo e Neretto. Il Doux d’Henry fu così chiamato in onore di Enrico IV di Francia, che ebbe modo di apprezzarlo quando all’inizio del Seicento le faccende di Stato lo portarono ad incontrare il duca Carlo Emanuele I di Savoia. Il termine “doux” ricorda che, un tempo, dalla vinificazione delle uve si ottenevano nettari con un residuo zuccherino abbastanza elevato. • Il territorio della
Val Susa ha il primato delle vigne più alte d’Europa. Con tutta probabilità furono le popolazioni celtiche ad introdurre la coltivazione della vite e si ritiene che vi abbia fatto la sua comparsa, sul versante orografico sinistro e nella pianura intorno a Susa, a partire dal II secolo A.C. Il primo documento scritto, in cui si parla di vigne valsusine, è il Testamento di Abbone (739). Il fondatore dell’Abbazia di Novalesa lascia in eredità al monastero, con gli altri suoi beni, numerose località con vigne annesse identificabili in alcuni comuni dell’Alta Dora, come Chiomonte ed Exilles, poi in Giaglione e in parte del circondario di Susa. Numerosi sono i vitigni coltivati, ma Avanà e Becquét forniscono vini dalla forte identità territoriale di montagna rientranti nella Doc Valsusa.
Da qualche anno si è ritornato a coltivare soprattutto nella collina morenica di Almese in bassa Val di Susa il Baratuciat, un vitigno a bacca bianca molto versatile. Viene menzionato per la prima volta nel Bollettino Ampelografico del 1877, periodo in cui è coltivato nei territori di Almese, Villar Dora, Rubiana, Rosta, Buttigliera e sulle colline di Rivoli e Villarbasse, essenzialmente coltivato come uva da tavola. Come accadde anche per altre uve piemontesi, le sue tracce si persero in seguito alla diffusione della fillossera, intorno al 1928.