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IVREA. Apri lascia, arriva l'Unione Ciechi. Dipendenti licenziati

IVREA. Apri lascia, arriva l'Unione Ciechi. Dipendenti licenziati

Marco Bongi, presidente Apri

Pazienti in apprensione al Centro di Riabilitazione visiva eporediese. La struttura, che negli ultimi anni aveva portato sul territorio un servizio di eccellenza, cambierà gestore a seguito di una gara d'appalto dell'ASL TO-4. Dal primo dicembre infatti l'Unione Italiana Ciechi subentrerà all'APRI-onlus. Fin quì nulla di strano, si tratta di normali avvicendamenti. Ciò che però preoccupa gli utenti è la decisione dei nuovi gestori di non voler assorbire i dipendenti che lavoravano da anni presso il centro. I motivi? Ancora poco chiari. Un'interrogazione urgente del consigliere regionale Nino Boeti (Pd), ad esempio, denuncia il fatto che l'UIC avrebbe esplicitamente dichiarato di voler applicare, al nuovo personale socio-sanitario, il contratto del commercio, assolutamente incompatibile con certe mansioni ma indubbiamente molto più economico. La medesima interpellanza si domanda inoltre come sia potuto succedere che un servizio, finanziato dalla Regione con fondi vincolati, abbia potuto essere messo a gara al ribasso senza alcuna indicazione, nella delibera ASL, di come sarebbero stati utilizzati gli eventuali risparmi. "Siamo allibiti – raccontano alcuni pazienti - ad oggi non sappiamo ancora chi verrà ad operare nella struttura. Abbiamo avuto alcuni incontri con i nuovi gestori ma non ci è stata fornita alcuna indicazione in proposito". "Ci sentiamo abbandonati e dimenticati - aggiungono altri - la perdita della vista è un trauma molto pesante. Negli anni scorsi quì abbiamo recuperato, grazie agli operatori, la voglia di vivere. Siamo persone disabili e non pacchi postali che possono essere gestiti indifferentemente da qualunque fattorino". In effetti è prassi consolidata, recepita anche da molti contratti collettivi di lavoro, che quando si mettono in appalto i servizi alla persona, come case di riposo o centri diurni, l'obbligo di assorbimento del personale precedente. Anche gli educatori sono mobilitati: "Lavoro quì da undici anni - afferma Massimiliano Tala - Anche in passato, quando ad esempio subentrò l'APRI nel 2011, non ci fu alcun problema nell'assicurare la continuità degli interventi. Ora ci troveremo licenziati, da un giorno all'altro, senza motivazione".
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