Per le elezioni in AEG ci sono due liste. In una c’è il Presidente uscente, Ivan Pescarin. Nell’altra Andrea Ardissone, dimessosi qualche settimana fa da Presidente AEG Reti. Fin qui ci siamo. Quando allora, non ci siamo più? Quando la lista Ardissone sbandiera rinnovamento e superiorità morale. Ardissone di certo giovane lo è. Ma il coraggio di emanciparsi dai veri registi che lo hanno prima messo in AEG reti e ora sono i suoi maggiori sponsor purtroppo non l’ha avuto. Peccato. Un’occasione persa. I suoi tre sponsor principali proprio segno di grande rinnovamento non lo sono. Il primo è Gaspare Enrico, ex amministratore di Ribes e ASM di Settimo Torinese, grande debitrice di CIC, ex Presidente di AEG Reti, obbligato a restituire 130.000 euro ad Aeg dopo averle venduto i terreni della “propria” Cooperativa per farci fare un biogassificatore. Niente di strano se proprio questo sponsor, un anno fa, non avesse chiesto di istituire un codice etico in AEG Reti dopo che l’ingegner Ferrofino si era dimesso da presidente per una condanna per appropriazione indebita, confermata da poco in appello. Richiesta che non fu propriamente recepita da Ardissone, che, non proprio esperto in distribuzione gas, Ferrofino se lo riprese come consulente per 80.000 euro l’anno in barba a ogni tipo di opportunita’ per una scelta discutibile e per questo costo aggiuntivo. Di sicuro in quel frangente l’aria di rinnovamento doveva essere piuttosto fievole. Secondo regista, per nulla occulto, della lista di Ardissone è Gianni Cimalando. Ex assessore alla Cultura, dimessosi dopo il furto di reperti archeologici non adeguatamente in sicurezza, ex presidente del CdA di Effetto Serra, dimessosi prima della sua attuale liquidazione per un debito di 500.000 euro, ex vicepresidente Aeg, delfino mancato del presidente Pescarin, che non era così convinto di sdraiarsi anzitempo in una cassa, seppur di legno pregiato, che Cimalando e compagni gli avevano gentilmente confezionato. E allora quando il Presidente non sente ragioni nel seguire i precetti impartiti, si fa uscire la notizia del debito Tradecom, che gli stessi Cimalandiani si erano fino ad allora per opportunità (anche loro) ben guardati dal fare uscire. Detto che, la faccenda Tradecom tradotta per chi vive nel mondo dei comuni mortali e non in quello dei soldi pubblici, vuol dire: un cliente, Tradecom, che, con altri, ha fatto aumentare il fatturato di Aeg da 80 milioni a 500 milioni, e che ha pagato regolarmente per anni fino a che non è riuscito a pagare più, facendo un debito verso Aeg di 38 milioni (su un fatturato di AEG di 500). Ma si sa, nel mondo normale non succede mai che i clienti non ti paghino… Fortunatamente Tradecom è stata di recente acquistata da terzi che ripianeranno gran parte del debito. Ma questo ci si guarda bene dal raccontarlo. Il terzo grande sponsor è i primo cittadino di Eporedia, che ad AEG deve almeno due cose: la vittoria contro Avetta alle primarie del 2008 e la decisione di ricandidarsi del 2013 dopo aver piazzato in AEG l’ex Vice Cimalando. E che, anche solo per scaramanzia, il controllo su AEG non lo voglia proprio perdere, tanto da accordarsi con il neo amico e compagno Gilardini, è un fatto ormai noto. Che non si sa mai per le prossime elezioni (quelle di Eporedia s’intende). Che Pescarin abbia superato gli ottant’anni non c’è dubbio. Che abbia un caratteraccio neppure. Che arrivi da una tradizione centralista democratica, molto centralista e poco democratica, neanche. Ma che non abbia fatto il Presidente tanto per denaro quanto per avere un riconoscimento sociale è quasi una certezza. Per i giochini coi soldi pubblici c’è gente molto ma molto più brava e, soprattutto personalmente interessata, di lui. E allora il vero rinnovamento sarebbe che Ivrea la bella non facesse, seppur incolpevolmente, anche la Bella Addormentata. Vanno bene le campagne elettorali, ma le favole almeno ce le risparmino.
lettera firmata
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