AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
26 Aprile 2025 - 16:45
Il rosso porpora dei cardinali, il nero degli abiti da lutto, il bianco immacolato delle rose e del marmo del colonnato. È su questi contrasti di colore che, oggi, si è composta la solenne e struggente coreografia del potere spirituale e temporale, andata in scena sul sagrato di San Pietro, nella regia sapiente e severa di un rito che ha parlato al mondo.
Le spettacolari riprese dall'alto, realizzate anche grazie all'uso inedito dei droni, hanno trasformato piazza San Pietroin una gigantesca scacchiera dell'equilibrio mondiale: il rosso dei porporati da una parte, il nero severo degli abiti di capi di Stato e first ladies dall'altra, tutti sapientemente disposti secondo protocolli rigidissimi, in base a rango e peso internazionale. Una tavolozza vivente, completata dal bianco luminoso dei concelebranti e dai colori sgargianti delle decine di migliaia di fedeli accorsi da ogni parte del globo.
In prima fila la delegazione italiana e quella argentina, simboli della doppia patria di Francesco, seguite, con un piccolo ma eloquente strappo al cerimoniale - che avrebbe voluto un ordine alfabetico francese - da quelle di alcuni dei principali governi del mondo: Francia, Stati Uniti, Spagna, Ucraina. A rompere il rigore cromatico, l'unico outfit blu, sfoggiato dal presidente americano Donald Trump, che, seduto tra Filippo di Spagna ed Emmanuel Macron, ha voluto sottolineare anche a San Pietro la propria cifra stilistica. Persino Volodymyr Zelensky, l'uomo della guerra, per un giorno ha abbandonato la consueta maglietta verde militare per indossare un abito nero di sobria eleganza.
E poi loro, le first ladies e le regine, con il capo coperto da veli neri, simbolo di lutto e rispetto: Melania Trump, Jill Biden, Silvia di Svezia, Letizia di Spagna. Solo Victoria Starmer ha scelto un cappello ornato da una veletta discreta. Anche Laura Mattarella, figlia del presidente italiano, si è presentata con il capo velato. Diverso l'approccio di Giorgia Meloni, Ursula Von der Leyen e Brigitte Macron, che hanno optato per uno stile rigoroso, elegante ma senza veli, in un equilibrio tra rispetto del protocollo e affermazione di modernità.
L'austerità solenne della celebrazione a San Pietro ha poi lasciato spazio all'umanità semplice delle rose bianche, portate da poveri e migranti all'accoglienza del feretro di Francesco a Santa Maria Maggiore, come lui stesso avrebbe voluto. Nel mescolarsi dei colori, gli zucchetti rossi dei cardinali si confondevano con le giacche beige dei fedeli, con le magliette dell'Argentina, con i jeans strappati e gli smanicati rossi dei più giovani.
Ad accompagnare il feretro verso la cappella dove Bergoglio è stato tumulato, prima i domenicani vestiti nel loro tradizionale - ed umile - abito nero e bianco, poi quattro bambini: piccoli ambasciatori dell'innocenza, che hanno portato due cesti di rose bianche offerte dai più poveri. Un gesto semplice e potentissimo davanti all'altare tanto amato da Francesco.
Proprio quell'altare che, al termine della lunga degenza al Gemelli, Francesco volle ornare con i fiori gialli della signora Carmela, una devota che anche oggi, fedele alla sua promessa, era lì, tra i Grandi della Terra e gli "ultimi del mondo", a ricordare con la sua presenza discreta il volto più vero e umano della Chiesa.
Una giornata intensa, dove il potere si è inchinato al mistero della fede e l'austerità dei palazzi si è sciolta nella semplicità dei gesti più autentici.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.