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Ivrea

Mai più Hiroshima e Nagasaki, musica di Chopin

Una città in prima linea contro la minaccia nucleare: un record di perseveranza e una voce potente per il disarmo globale

Si è seduto al pianoforte e ha suonato un brano di Chopin il compositore polacco che dovette emigrare a causa della repressione russa seguita alla Rivolta di Novembre del 1830-1831 in Polonia. Il suo esilio, simile a quello di molti altri rifugiati, come potente richiamo alla necessità di solidarietà e pace. Lui è Alessandro Libadauro. 

Nonostante il caldo, nonostante tutto, il giovane musicista, sabato scorso, al 129° Presidio per la Pace consecutivo (roba da guinness), ha offerto un momento davvero intenso e appassionato.

Questa volta con "Mai più Hiroshima e Nagasaki", si è voluto commemorare il 79° anniversario dei bombardamenti atomici sul Giappone, sottolineando come, a distanza di quasi otto decenni, la minaccia dell'uso delle armi nucleari sia sempre più presente, utilizzata come strumento per giustificare politiche aggressive e al di fuori del diritto internazionale.

Il presidio ha visto la partecipazione di circa cinquanta persone, una presenza significativa che dimostra la perseveranza e la passione di chi non vuole arrendersi di fronte alle ingiustizie globali. Sebbene il numero dei partecipanti avrebbe potuto essere più consistente, la determinazione di coloro che erano presenti ha ribadito con forza il fermo “NO” a tutte le guerre.

Pierangelo Monti, tra i promotori dell’evento, ha ribadito la necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica su una minaccia che incombe ancora sull’umanità. Monti ha richiamato l’attenzione sulla minaccia rappresentata dagli armamenti nucleari, proprio in un momento storico in cui le guerre continuano a infuriare senza sosta in diverse parti del mondo.

Nel suo intervento ha sottolineato come, nella regione russa di Kursk, l’esercito ucraino abbia recentemente oltrepassato il confine, avvicinandosi pericolosamente alla centrale nucleare di Kurchatov, uno dei punti nevralgici che fornisce energia alla Russia meridionale. La risposta russa è stata altrettanto terribile, con l’attacco a un supermercato nella regione di Donetsk, che ha causato la morte di undici persone e il ferimento di altre quarantaquattro.

Anche il Medio Oriente, ha continuato Monti, è teatro di conflitti incessanti. L’ultima notizia tragica arriva da Gaza City, dove un raid israeliano ha colpito una scuola utilizzata come rifugio per gli sfollati, provocando la morte di 93 persone, tra cui 11 bambini e sei donne. L’azione è stata giustificata dalle forze israeliane con la presenza di militanti di Hamas all’interno della struttura, ma resta il fatto che la popolazione civile palestinese continua a subire un calvario fatto di raid continui, miseria e fame.

Il fulcro del presidio è stato tuttavia il ricordo delle tragiche conseguenze delle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki il 6 e 9 agosto 1945, che causarono la morte di oltre 200.000 persone.

Monti ha rinnovato l’appello contro le armi nucleari, ricordando che molte città italiane, inclusa Ivrea, hanno aderito alla campagna “Italia, ripensaci”, promossa dalla International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), vincitrice del Premio Nobel per la Pace nel 2017. Si chiede all’Italia di aderire al Trattato di messa al bando delle armi atomiche, adottato dall’ONU nel 2017 e entrato in vigore nel 2021.

Un altro momento di riflessione è stato offerto dalla lettura di una lettera di Gunther Anders al pilota Claude Eatherly, che partecipò al bombardamento di Hiroshima. La lettera, letta da Norberto Patrignani, ha evocato con forza il dramma morale e umano di chi, pur essendo tecnicamente “innocente”, si trova a portare il peso di una colpa incommensurabile.

Dopo la lettura, è seguito un minuto di silenzio in memoria delle vittime di Hiroshima.

Tra i presenti anche l'assessora Gabriella Colosso. Lo scorso anno si presentò con una pianta di "Ginkgo biloba".

"Oggi sono qui – ha detto Colosso - per comunicare che la pianta è stata donata alla scuola elementare di San Bernardo e portata alla scuola nella stagione adatta per essere piantata. Lo ha fatto una delegazione delle classi dopo che ho raccontato loro la storia di Hiroshima e il "valore" di questa pianta sopravvissuta. Adesso la pianta è nel parco dietro la scuola. In seguito a questa azione abbiamo cominciato a dialogare con Mayors for peace Secretariat c/o Hiroshima Peace Culture Fondation e come impegno abbiamo chiesto di poter ricevere "i semi dell'unico albero Ginkgo biloba, che ora ha 200 anni, sopravvissuto alla bomba atomica". Abbiamo ricevuto risposta affermativa ed ora li stiamo attendendo e speriamo arrivino entro fine anno. La distribuzione dei semi si farà in 113 città (6 in Italia), in 21 paesi al di fuori del Giappone...".

Infine, Livio Obert sulla crescente minaccia rappresentata dagli armamenti moderni, molto più potenti di quelli del passato.

Gran finale con la canzone “Eppure soffia” di Pierangelo Bertoli, un inno alla speranza e alla resilienza umana di fronte alle devastazioni della guerra e dell’inquinamento.

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