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Nasce il Cantiere Giovani: luce sulle fragilità e i talenti dei ragazzi

Un evento tra istituzioni, arte e movimento per dare voce ai ragazzi dai 16 ai 24 anni

Nasce il Cantiere Giovani: luce sulle fragilità e i talenti dei ragazzi

Nasce il Cantiere Giovani: luce sulle fragilità e i talenti dei ragazzi

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L’inaugurazione ufficiale del Cantiere Giovani andrà in scena venerdì 5 dicembre, dalle 15, con un titolo che è già una dichiarazione d’intenti: M’illumino al buio. Un pomeriggio pensato per accendere una luce su ciò che spesso resta invisibile nel mondo dei ragazzi. Il progetto, nato dal Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL TO4 e guidato dalla dottoressa Silvana Lerda insieme alla Cooperativa sociale Il Màrgine, coinvolge da circa un anno adolescenti e giovani tra i 16 e i 24 anni di Chivasso, Settimo Torinese e San Mauro.

Alla base c’è un’esigenza semplice e radicale: riconoscere e valorizzare ciò che i giovani portano con sé. Le loro parole, i loro linguaggi, le crepe e i talenti. Un bisogno emerso con forza durante i mesi di ascolto sul territorio, quando è diventato evidente quanto desiderassero essere visti, ascoltati, riconosciuti nella propria unicità. È qui che il Cantiere Giovani prova a fare ciò che il titolo dell’evento evoca: illuminare il buio, restituire spazio e legittimità a fragilità, potenzialità, desideri.

Il pomeriggio si aprirà al Palazzo Einaudi, alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, del Direttore Generale dell’ASL TO4 Luigi Vercellino, dei sindaci Claudio Castello, Elena Piastra e Giulia Guazzora. Seguirà un talk dedicato al mondo giovanile, arricchito da contributi video, letture, interventi artistici e riflessioni di esperti come il professor Alessandro Zennaro dell’Università di Torino e il dottor Fabrizio Starace, presidente della SIEP e del Collegio nazionale dei Dipartimenti di Salute Mentale.

Il passaggio dalla parte istituzionale alla festa sarà segnato da una performance di parkour, scelta non come spettacolo ornamentale ma come metafora. Saltare, scivolare, aggirare gli ostacoli, inventare traiettorie nuove: un modo per raccontare la capacità dei ragazzi di attraversare difficoltà e confini, usando il territorio non come recinto ma come trampolino per definire la propria identità. Una chiusura simbolica che restituisce il senso del progetto: trasformare ciò che sembra limite in possibilità.

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