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Un libro per raccontare cinquant’anni di accoglienza: a Cuorgnè “Una porta sempre aperta”

Don Ciotti atteso all’Auditorium della Manifattura per ripercorrere mezzo secolo di impegno sociale nel Canavese

Un libro per raccontare cinquant’anni di accoglienza: a Cuorgnè “Una porta sempre aperta”

Un libro per raccontare cinquant’anni di accoglienza: a Cuorgnè “Una porta sempre aperta” (immagine di repertorio)

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Cinquant’anni di attività non sono una celebrazione, ma una responsabilità. L’Associazione Mastropietro & C., nata e cresciuta nel territorio canavesano, ha scelto di raccontare il proprio percorso attraverso un libro, “Una porta sempre aperta”, che ripercorre mezzo secolo di interventi, accoglienza e iniziative sociali radicate nella comunità. La presentazione è fissata per sabato 13 dicembre 2025, alle 17, all’Auditorium della Manifattura di Cuorgnè, con la presenza di don Luigi Ciotti, figura simbolo dell’antimafia sociale e del volontariato civile.

L’evento sarà aperto dai saluti istituzionali del sindaco Giovanna Cresto, che introdurrà una serata pensata non come semplice appuntamento celebrativo, ma come occasione per riflettere sul ruolo che realtà associative di lungo corso continuano a svolgere in aree di provincia spesso lasciate ai margini del dibattito nazionale. A seguire, l’intervento del presidente dell’associazione, Egidio Costanza, permetterà di ripercorrere le origini del sodalizio e le tappe che ne hanno segnato l’evoluzione, dai primi anni Settanta fino alle sfide sociali contemporanee.

La presentazione del volume sarà affidata a Franco Santamaria, che ha curato il lavoro editoriale raccogliendo memorie, testimonianze, immagini e documenti utili a restituire la storia di una presenza costante sul territorio. Una presenza fatta di servizi, ma prima ancora di relazioni, ascolto e vicinanza a chi attraversa fragilità personali, familiari o economiche. È qui che si inserisce anche la partecipazione di don Ciotti, chiamato a portare una riflessione non astratta ma radicata nell’esperienza concreta delle associazioni di base: quelle che, lontano dai riflettori, suppliscono spesso a vuoti istituzionali e ricostruiscono, giorno dopo giorno, un tessuto di comunità.

L’incontro è organizzato con il patrocinio del Comune di Cuorgnè e si concluderà con un aperitivo aperto al pubblico, coerente con lo spirito dell’iniziativa: condividere, dialogare, avvicinare le persone. L’ingresso è libero, a conferma di un approccio che ha sempre rifiutato barriere economiche o simboliche.

La scelta del titolo, “Una porta sempre aperta”, richiama una caratteristica che nel tempo ha rappresentato l’identità dell’associazione: l’idea che l’aiuto non possa essere condizionato, che la disponibilità all’ascolto venga prima della valutazione, e che la funzione sociale di un ente locale non si misuri soltanto nei servizi, ma nella capacità di rimanere punto di riferimento anche quando le emergenze cambiano forma.

La presenza di don Ciotti aggiunge un ulteriore elemento: il collegamento tra la storia locale e i temi nazionali della giustizia sociale, della legalità, dei diritti delle persone fragili e dell’importanza del volontariato come argine alle disuguaglianze crescenti. Temi che, nel Canavese, assumono un significato particolare: un territorio che ha vissuto trasformazioni industriali profonde, con ripercussioni su lavoro, marginalità e sistemi di supporto sociale.

Il libro arriva dunque come strumento di memoria, ma anche come atto politico nel senso più ampio del termine: mettere nero su bianco ciò che si è fatto, ciò che si è imparato e ciò che resta da affrontare. Un modo per non disperdere il patrimonio umano costruito in decenni di attività e, allo stesso tempo, per indicare una direzione alle generazioni più giovani chiamate a raccogliere il testimone.

L’appuntamento del 13 dicembre non è quindi soltanto la presentazione di un volume, ma l’occasione per interrogarsi su ciò che significa davvero fare comunità oggi, in un contesto segnato da isolamento sociale, precarietà economica e scollamento istituzionale. Una domanda che riguarda tutti, ben oltre la storia dell’associazione che ha scelto di raccontarsi.

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