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09 Giugno 2025 - 11:55
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Data di inizio 02.08.2025 - 06:00
Data di fine 02.08.2025 - 23:00
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Niente musica da discoteca, niente sponsor patinati o passerelle turistiche. Alla Via di Annibale, in programma dal 2 agosto 2025 a Usseglio, si corre per davvero. Si corre sulle creste, tra i nevai e i ghiacciai, con il fiato corto e la montagna che ti respira sul collo. Si corre dove la connessione non prende, e la natura comanda. E soprattutto, si corre nella Storia.
Quella di Annibale è la gara di skyrunning più brutale, spettacolare e formativa del panorama alpino italiano. Nata come sfida per pochi, oggi è diventata un culto per chi cerca il limite, il silenzio e la bellezza aspra delle Alpi Occidentali. Il tempo per iscriversi sta per scadere: 30 giugno il termine ultimo, poi si entra in una dimensione a parte, dove a parlare non saranno i cronometri ma le gambe, la testa e il cuore.
La leggenda narra che proprio da qui, tra la Val di Viù e la Val di Susa, il condottiero cartaginese Annibale passò con il suo esercito e gli elefanti per sorprendere Roma. La gara ricalca fedelmente quei sentieri, tra creste sospese, corde fisse, laghi glaciali e resti di caserme militari. Non è solo corsa. È resistenza, orientamento, autonomia. È storia viva, sudata, masticata metro dopo metro.
L’edizione 2025 propone tre percorsi — Ultra (52 km), Marathon (42 km) e Half Sky (24 km) — tutti in quota, tutti tecnici, tutti inclementi. Nessuna banalizzazione: questa è vera montagna, e qui chi sbaglia paga.
È la regina delle distanze. 4250 metri di dislivello positivo, ghiacciai da attraversare, corde fisse, e la vetta del Rocciamelone (3538 m) come punto culminante. Riservata agli skyrunner più esperti, prevede un tempo massimo di 14 ore e impone già a metà gara l’uso del casco, a testimonianza della difficoltà oggettiva.
Il percorso tocca luoghi iconici: Rifugio Cibrario, Colle Sulè, Colle dell’Autaret al confine francese, poi su fino ai Marmutteri, al Tazzetti (dove scatta l’obbligo del casco) e infine al ghiacciaio del Rocciamelone. Qui si cammina nel bianco accecante, si suda tra sfasciumi e si scala l’ultimo pendio per arrivare dove Annibale, con tutta probabilità, si fermò a scrutare la pianura padana.
Dalla vetta, la discesa è una guerra di nervi: catene, esposizioni, canaloni, e un tratto chiamato “Passo della Capra” dove correre è vietato. La gara si chiude passando dal Rifugio Ravetto e costeggiando il Lago Nero, prima del ritorno a Usseglio. Un anello che segna il corpo ma scolpisce l’anima.
Con i suoi 42 km e 3500 D+, è una maratona solo di nome. Qui si parla di un percorso che rimane oltre i 3000 metri per 5 km consecutivi, tra pietraie e neve. Non ci sono tratti glaciali, ma si sale fino alla Punta Costan (3305 m), il punto panoramico dove, secondo la tradizione, Annibale mostrò Roma ai suoi soldati.
Il sentiero passa per il Colle Sulè e il mitico Colle dell’Autaret, dove si incrociano secoli di storia alpina. Poi si sale su creste affilate, ci si aggrappa a corde e catene, si scende al Lago di Malciaussia, si attraversa il Lago Nero, e si torna a Usseglio. Un tracciato che non perdona, ma che ricompensa con paesaggi irripetibili.
È la novità del 2025: 24 km e 1000 metri di dislivello per chi vuole assaggiare l’alta quota senza finire stritolato. Ma guai a sottovalutarla: ci sono passaggi tecnici, corde fisse, gallerie non illuminate, creste sospese e tratti su vecchie decauville militari. Si parte dalla Casa del Fondo di Usseglio, si passa per Margone, Monte Basso, il Rifugio Vulpot, il Lago di Malciaussia, si sale fino al Lago Nero e si rientra.
È un circuito pensato per chi si affaccia allo skyrunning, ma non rinuncia al fascino selvaggio della Via di Annibale. E anche qui, le gambe devono parlare chiaro.
Niente cellulari, niente internet: la Via di Annibale è disconnessione totale. Sul percorso spesso non c’è copertura, e ogni atleta deve contare su sé stesso, sul proprio zaino e sulla propria testa. I volontari, il Soccorso Alpino e lo staff di tracciatura sono già attivi per garantire la sicurezza, ma il messaggio è chiaro: questa è montagna vera, non uno spettacolo artificiale.
Ad aprire la giornata, sabato 2 agosto, saranno le cornamuse e i tamburi delle Valli di Lanzo, con il brano “Lu Barban” del gruppo Li Barmenk. Non un inno qualunque, ma un richiamo identitario, un segnale forte: qui si corre per rispetto. Della montagna, della storia, di sé stessi.
Per chi non ha paura del buio. Per chi si allena con la testa. Per chi sa cosa significa correre con la neve negli occhi, il vuoto sotto i piedi e il cuore in gola. Per chi vuole sentirsi piccolo tra le vette, ma enorme quando taglia un traguardo che pochi possono solo immaginare.
Le iscrizioni sono ancora aperte, ma il 30 giugno è vicino. Dopo, non resterà che allacciarsi le scarpe e lasciarsi guidare dalla voce delle Alpi e dai passi di Annibale.
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