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Silvano Brandi porta a Ivrea le sue “Mille e una storia di Firenze”

Un atto d’amore per la città dell’arte e dell’anima, raccontato da un ingegnere olivettiano con la curiosità di un cronista e la sensibilità di un umanista

Silvano Brandi porta a Ivrea le sue “Mille e una storia di Firenze”

Silvano Brandi porta a Ivrea le sue “Mille e una storia di Firenze”

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Mercoledì 29 ottobre alle ore 21, la Libreria Mondadori di Piazza Freguglia 13 a Ivrea ospiterà un incontro che promette di essere una piccola immersione nell’anima di Firenze. Silvano Brandi presenterà il suo libro “Le mille e una storia di Firenze” (Edizioni Altralinea), dialogando con Carlo Arborio Mella, già dirigente del Teatro del Maggio Fiorentino.
L’ingresso, come da tradizione della libreria eporediese, sarà libero e gratuito.

Il volume di Brandi non è solo una raccolta di curiosità o aneddoti storici, ma un vero e proprio atto d’amore per la città che ha dato i natali al Rinascimento, un mosaico di racconti e riflessioni capace di intrecciare la grande arte con la vita quotidiana, i fasti della storia con le contraddizioni del presente. “Un racconto appassionato di tanti tesori e fatti noti e meno noti, utile per apprezzare una bellezza unica da cui è nata l’Italia”, scrive Aldo Cazzullo, nella sua nota al volume.

Monsignor Timothy Verdon, tra i più noti studiosi di arte sacra, lo definisce invece “un vademecum per tutti i fiorentini, siano essi di nascita o di scelta”, sottolineando come Brandi riesca a restituire alla città una voce viva e ironica, lontana dai cliché del turismo di massa. E proprio contro la Firenze del “mangificio” e dell’“overtourism” punta l’autore, con quella capacità di scavo che Roberto De Ponti, nella prefazione, paragona a quella di un archeologo che, con la precisione dell’ingegnere e il fiuto del giornalista, “scava e scova” storie dimenticate per restituirle alla luce del presente.

“Ho scoperto una città fatta a strati, come una cipolla”, scrive Brandi, “in cui, visti e digeriti i monumenti assoluti, rimangono una miriade di capolavori che si rivelano solo a chi ha la pazienza di cercarli oltre gli usuali sentieri battuti.”
È la Firenze segreta, quella che vive dietro i portoni e nei cortili, nelle lapidi dimenticate e nelle pietre che raccontano secoli di arte e di umanità.

Ma il fascino dell’autore non si ferma a Firenze. Silvano Brandi, ingegnere elettronico e manager industriale, è legato a doppio filo anche a Ivrea e al suo straordinario patrimonio olivettiano. Dopo aver lavorato in Olivetti, Finmeccanicae General Electric, ha pubblicato per Edizioni di Comunità e Altralinea tre monografie fondamentali sull’architetto Ignazio Gardella e le sue opere eporediesi: “Ignazio Gardella a Ivrea, la Mensa e il Centro Ricreativo Olivetti”(2020), “Villa Rozzi a Banchette di Ivrea” (2022) e “La Mensa Olivetti a Ivrea” (2024). Un percorso coerente con la lezione di Adriano Olivetti, che raccomandava di cercare tra gli ingegneri “coloro che avevano immaginazione, curiosità, desiderio di affacciarsi ai settori della cultura che non conoscevano.”

Non stupisce quindi che Brandi scriva oggi anche sul Corriere Fiorentino, portando nelle sue pagine la stessa visione umanistica che un tempo animava le officine di Ivrea.
Il suo libro è, in fondo, la prosecuzione ideale di quella cultura olivettiana che univa rigore tecnico e sensibilità estetica, logica e poesia. E a Ivrea, città che conosce bene la potenza delle idee capaci di cambiare la realtà, il racconto di Firenze non potrà che trovare terreno fertile.

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