l'assessore regionale alla sanità del Pirmonte Luigi Genesio Icardi
Il Piemonte converte 16 ospedali alla cura del Covid per far fronte alla crescente richiesta di posti letto. Il giorno dopo la chiusura delle Superiori e la riduzione del carico dei mezzi pubblici, e in attesa di nuove eventuali misure volte a contenere il virus, è questa la mossa della Regione per "dare una risposta immediata che decongestioni i pronto soccorso". L'aumento dei ricoveri non sembra fermarsi e, per far fronte all'emergenza, viene potenziata "il più possibile" l'intera rete ospedaliera e territoriale. "È una scelta difficile, ma inevitabile - spiega l'assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi - La conversione di questi presidi ci consente di destinare ai pazienti Covid dei percorsi ospedalieri completamente dedicati e separati da quelli dei pazienti non Covid". Vengono dedicati alla cura del virus a Torino l'Ospedale Martini, con chiusura del Dea, e parzialmente il Cto, con la conversione della Medicina del lavoro, parte della Rianimazione e dell'Ortopedia. Diventano Covid Hospital, in provincia di Torino, anche Venaria, Giaveno, Cuorgnè, Lanzo e Carmagnola, mentre il San Luigi di Orbassano converte alla lotta contro la pandemia il 50% dei posti letto ma tiene aperto il Dea. Nel Cuneese, invece, vengono convertiti gli ospedali di Saluzzo e Ceva, in provincia di Alessandria la Clinica Salus e l'ospedale di Tortona, in provincia di Asti l'ospedale di Nizza Monferrato, nel Novarese l'ospedale di Galliate, nel Vercellese quello di Borgosesia (con Punto di primo intervento - PPI - aperto h24) e nel Vco il presidio Coq di Omegna. I dati dell'Unità di Crisi sulla diffusione dell'epidemia, del resto, lasciano pochi dubbi sul da farsi. Con 2.887 positivi il Piemonte è la terza regione per nuovi contagi delle ultime 24 ore, dopo Lombardia e Campania, con un numero complessivo di positivi che ha ormai sfondato quota 70mila. I piemontesi in isolamento sono quasi 30mila e aumentano anche i ricoverati: in terapia intensiva sono 174 (+15 rispetto a ieri), negli altri reparti 2.683, 136 in più rispetto a ieri. La fase 4 è ad un passo, con il governo che valuta una stretta a livello locale nelle zone dove l'indice Rt è più alto, tra cui c'è appunto il Piemonte. Non sono previste decisioni in giornata, ma qualche novità potrebbe arrivare già domani. "Apprendiamo - commenta il sindacato Nursind delle professioni infermieristiche - che l'unità di crisi regionale ha disposto la conversione totale in covid di diversi ospedali. Per l'ennesima volta denotiamo una risposta tardiva e non programmata nei mesi precedenti con più accuratezza e non in piena emergenza. Infatti una scelta di questo tipo poteva essere effettuata prima e non dopo aver contaminato interi ospedali. Fra l'altro molte strutture non sono provviste nemmeno di alcuni servizi fondamentali come la rianimazione..."
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