Per fare un mobile ci vuole il legno e per il fare il legno ci vuole l’albero, si cantava qualche tempo fa. Questo per dire che nel processo produttivo delle aziende manifatturiere si qualificano “materie prime” i fattori produttivi primari senza i quali il processo non prende avvio. Ad esempio. nelle aziende meccaniche, sono “materie prime” i prodotti metallici, nelle chimiche i derivati del petrolio, in quelle alimentari i prodotti agricoli, ecc… Il paradigma muta sostanzialmente per quanto concerne la SPEA, il cui fattore primario è costituito dal frutto della ricerca e dell’innovazione tecnologica che è capace di generare e trasferire nell’”output” ossia ai macchinari di propria produzione. SPEA non può fare a meno di un consistente e continuo investimento in ricerca e innovazione perché i suoi clienti inventano continuamente nuovi prodotti e nuove tecnologie per cui non esistono macchinari di collaudo: tocca quindi a SPEA concepirli ed inventarli prima dei concorrenti, così da mantenere il vantaggio competitivo. La SPEA è un’azienda manifatturiera che fabbrica sofisticati macchinari denominati Automatic Testing Equipment (ATE), impiegati nel collaudo dei prodotti elettronici, dei microchip (o semiconduttori) e delle batterie, che per poter essere immessi nel mercato devono essere collaudati uno per uno al fine di garantirne la perfetta funzionalità. Queste apparecchiature sono utilizzate in tutto il mondo delle fabbriche che realizzano prodotti elettronici. Quindi, scoprire che “il buon funzionamento” del nostro smartphone e di tutti i suoi componenti, dai sensori allo schermo, dalla connettività alla batteria, è garantita da un’azienda italiana ubicata nel nostro territorio, non può che essere motivo di gradimento e, perché no, di orgoglio.
lo stabilimento di Volpiano
Naturalmente questo vale per una illimitata moltitudine di apparecchi che usiamo quotidianamente; per semplificare, dalle automobili al televisore, dal personal computer alla lavatrice ma anche treni, aerei, satelliti e Internet e anche gli apparati medici e quelli della sicurezza: l’elettronica governa ogni settore e infine la vita del mondo e delle persone per come la intendiamo oggi. L’ideazione, progettazione e costruzione dei macchinari di collaudo è internamente concentrata nel sito produttivo di Volpiano (TO). Ed è qui che dal 1976, su iniziativa di Luciano Bonaria, ha preso vita la SPEA, in un territorio fecondato dalla presenza della Olivetti, allora emblema dell’imprenditoria visionaria con forte vocazione innovatrice che all’epoca fu annoverata tra i leader delle aziende elettroniche a livello mondiale. Sul suo declino le responsabilità sono molteplici, in primis la cecità della politica industriale nazionale allora orientata a sostenere investimenti in settori maturi come l’ambito metallurgico e chimico, rivelatisi poi cattedrali nel deserto e con ricadute ecologiche problematiche. Ma questa è un’altra storia purtroppo molto amara. È stato proprio un peccato che in Italia sia stata trascurata a suo tempo l’elettronica e la microelettronica. Pochi posti al mondo avrebbero potuto essere la culla naturale di SPEA. Tra questi sicuramente la Silicon Valley in California, oppure il Canavese. Per la fortuna del nostro territorio, SPEA ha visto i suoi esordi nel Canavese, dove ha trovato quel mix di fattori umani ed ambientali che, nella visione del fondatore, costituiscono l’architrave su cui costruire un’azienda vocata alla ricerca e all’innovazione tecnologica, capace di rivaleggiare con “competitor” perlopiù americani e giapponesi, di dimensioni imponenti, in un mercato con tassi di evoluzione mai visti prima. Oggi la SPEA annovera tra i suoi clienti i marchi dell’elettronica più blasonati del mondo. Attualmente l’organico SPEA ha superato i 750 dipendenti nel solo nel sito di Volpiano, di cui oltre 500 sono tecnici di alta e altissima professionalità, di cui molti a livello universitario, che vanno a comporre un patrimonio umano ricco di talenti ed energia innovativa. Ad essi vanno aggiunti altri 250 tecnici specializzati sparsi per il mondo nelle consociate, in Cina, negli USA, in Germania, Singapore, Korea e Messico, dedicati ad assicurare ai clienti un costante e capillare servizio di assistenza tecnica e di supporto applicativo resi nelle aree del pianeta ove sono ubicati i “plant” produttivi dell’elettronica. Giova sottolineare la crescita fatta registrare dall’organico della sede di Volpiano, che è cresciuto di circa 200 unità dal 2019 ad oggi. Sono tutti giovani nel solco della matrice aziendale che il sig. Luciano Bonaria compendia in tre fattori” credere nei giovani, innovare e investire nel territorio”. Ebbe ampia risonanza sui media nazionali quando a fine anno 2017, il sig. Luciano Bonaria decise di erogare il doppio della tredicesima ai dipendenti per gratificarli della passione e della dedizione dimostrata, in linea con i positivi indicatori di performance della società. Anche di cassa integrazione in SPEA non si ha notizia, neppure nel periodo di lock-down del 2020 quando, a causa della pandemia Covid-19, la quasi totalità delle imprese cessarono temporaneamente le attività, mentre la SPEA mantenne la piena operatività per assicurare la continuità di fornitura di prodotti strategici, tra cui quelli del settore medicale e dei trasporti. Questa è la SPEA: un turnover di gruppo che supera abbondantemente i 150 milioni di euro, tuttora presieduta dal fondatore Luciano Bonaria, 73 anni, perito elettronico, un passato alla Olivetti di Ivrea e alla General Electric/Honeywell di Caluso, ed al suo fianco il figlio Lorenzo. Che si tratti di un’impresa all’avanguardia nel mondo, alla SPEA ne sono convinti tutti, tanto da scriverlo “tondo tondo” pure sul sito istituzionale.

Le risorse impiegate da SPEA nelle attività di ricerca (R&D) superano costantemente il 15% del fatturato, in linea con i competitor americani e giapponesi, le cui maggiori dimensioni permettono loro di impiegare risorse nettamente più cospicue. Ciò non è stato di intralcio alla SPEA nell’accreditarsi a livello globale come azienda caratterizzata dal così detto “ingegno italico”, grazie segnatamente all’inventiva e alla genialità che producono i risultati della propria ricerca, capace di ideare e tradurre le invenzioni in soluzioni tecnologicamente efficaci, al passo della rapidità evolutiva del settore in cui opera. Al fattore creativo della ricerca, la SPEA ha affiancato una rigorosa attività sperimentale, affinché sia garantita l’inscindibilità della componente innovativa con la assoluta affidabilità funzionale ed operativa dei sistemi prodotti e installati presso i clienti. Sul punto il sig. Luciano Bonaria è categorico: “la ricerca e l’innovazione sono fasi importanti del nostro business, ben consci che il processo creativo è caratterizzato dall’incertezza nell’affrontare e risolvere le nuove sfide tecnologiche richieste dal mercato. Però desidero chiarire che il trasferimento dei risultati della ricerca alle macchine da noi prodotte è un processo impegnativo e rigorosissimo che non prescinde mai dall’esigenza di ottenere prodotti efficienti e affidabili al mille per mille”. Tali fattori assurgono a punti di forza dell’azienda, capace in tal modo di intercettare le esigenze di colossi mondiali. Ovunque si trovi un microchip o una scheda elettronica, SPEA ne garantisce il corretto funzionamento e la assenza di difetti, senza possibilità di errore. I suoi sistemi di collaudo sono in grado di intervenire su più livelli: dal microchip al prodotto finale, in modo da risolvere in toto le necessità dei clienti. Tanto per dare dei numeri, allo stato attuale, esistono nel mondo oltre 10 mila apparecchiature e macchinari installati da SPEA. “Saper guidare il progresso tecnologico anziché seguirlo”, questa è la parola d’ordine ricorrente in SPEA ed il trend di crescita dimostra di saper orientare le attività di Ricerca e Sviluppo verso una concreta dimensione applicativa delle invenzioni concepite.

I dispositivi a semiconduttore, altrimenti detti microchip, sono componenti elettronici prodotti in volumi di miliardi all’anno, da un numero ristretto di aziende. L’industria dei semiconduttori vive un ciclo pluriennale di crescita, sostenuta soprattutto dall’innovazione trasferita ai prodotti elettronici, ed è di proprio di questi tempi il brusco risveglio dell’Europa nell’apprendere della penuria di microchip che ha reso vulnerabile la “supply chain” di tutti i settori dell’industria europea rimasta a secco, aggravata del fatto della localizzazione nell’area asiatica dei maggiori fabbricanti di componenti elettronici. Parallelamente, si assiste al progresso e alla diffusione esponenziale delle batterie, la cui crescita repentina richiede lo sviluppo di tecniche automatiche di collaudo di ogni singola cella e modulo. Sono oggi note le notizie della fermata delle linee produttive di auto causata dalla carenza negli approvvigionamenti delle componenti elettroniche. Ora Bruxelles vuole correre ai ripari e sogna una filiera UE dei chip, lanciando European Chips Act, un piano di investimenti pubblico-privati da 43 miliardi di € da qui al 2030, volto a portare la produzione europea di chip dall’attuale 10% ad almeno il 20% dell’offerta mondiale. Per lo sviluppo di un singolo chip, per la fascia top, si parla di investimenti per cifre comprese tra i 250 e i 500 milioni di dollari. Se si parla di nuovi impianti di fabbricazione allora si parla di investimenti per diversi miliardi. Secondo le più recenti stime, le vendite globali di semiconduttori potrebbero raddoppiare dai 450 miliardi di dollari del 2019 a circa 1,000 miliardi di dollari al 2030. I semiconduttori sono oggi considerati al pari di una “priorità di sicurezza nazionale” e come anzidetto, per quanto con colpevole ritardo, l’Europa sta cercando di avvicinare le catene di approvvigionamento e l’americana Intel potrebbe scegliere l’Italia per aprire uno dei suoi stabilimenti. Ebbene, aziende internazionali di questa portata sono i clienti di SPEA; i microchip (sempre di avanguardia) e le schede elettroniche sono i beni il cui collaudo è affidato ed eseguito dalle macchine concepite e prodotte dalla SPEA. Bisogna avere ben chiaro che per produrre microchip e schede elettroniche è indispensabile avere i macchinari di avanguardia che siano in grado di collaudarli, è impensabile pensare di vendere elettronica e microelettronica senza che essa sia collaudata completamente e al 100%. Insomma, per produrre tecnologia ci vuole l’elettronica, e per collaudarla bene ci vuole SPEA.