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Perché l’inquinamento da plastica è un problema che riguarda anche le aziende e come risolverlo

Perché l’inquinamento da plastica è un problema che riguarda anche le aziende e come risolverlo

Plastica inquinamento

L’inquinamento da plastica è oggi uno dei problemi più seri e urgenti da affrontare quando si tratta di sostenibilità ambientale. Il consumo privato di plastica, contro cui ormai da qualche anno le aziende cercano soluzioni creative e inventano packaging alternativi in biomateriali o materiali comunque più facili da smaltire e rispettosi dell’ambiente, ne è davvero però il maggior responsabile? O ci sono altri soggetti che, con la loro pratiche quotidiane, contribuiscono a ingigantirlo? Se si considera che, secondo gli ultimi dati disponibili, oggi vengono prodotti mediamente oltre quattrocento milioni di tonnellate di plastica destinata alle confezioni di alimenti e ogni altro tipo di beni di largo consumo, non è difficile capire che una grossa fetta dell’inquinamento da plastica dipende da quello che ogni famiglia media fa a casa ogni giorno. I bambini che imparano a scuola e fin da piccolissimi come fare la differenziata e, dal canto loro, le aziende che puntano sempre più su plastica riciclata e riciclabile quando non possono farlo su materiali alternativi sono, però, la promessa di un approccio sempre più consapevole almeno al consumo privato di plastica. Per molti versi, insomma, il vero nodo cruciale nella questione dell’inquinamento da plastica è rappresentato oggi dalle aziende e, in particolare, da quelle che hanno impianti produttivi. Qui, infatti, il volume di rifiuti e scarti di produzione è in generale alto e non di rado si tratta, appunto, di materiale plastico difficile da smaltire. Dargli una seconda vita potrebbe essere la soluzione migliore, almeno da un punto di vista ambientale e a patto di trovare anche un modo per farlo che sia sostenibile per l’azienda anche economicamente. Le aziende che hanno intrapreso la via della circolarità hanno non di rado all’attivo progetti che prevedono proprio lo scambio con altri partner di materiali di scarto, come le plastiche, che rappresentano in realtà ottime materie prime per segmenti produttivi diversi. Se i propri volumi lo giustificano ma si è ancora lontani dal poter contare su questo tipo di “simbiosi” con altre aziende, una buona idea potrebbe essere anche dotare il proprio impianto di un estrusore. Semplificando molto, un estrusore è un macchinario che utilizza il calore e un apposito meccanismo a vite per fondere ad alte temperature la plastica dopo aver eliminato eventuali componenti residue gassose derivanti da inchiostri e simili. Il processo di estrusione produce granuli e pellet, tubi o profili che possono avere a propria volta molti utilizzi in fase produttiva o possono essere rivenduti. Sul sito web di Bausano & Figli S.p.a (https://www.bausano.com/it), azienda leader nella produzione di estrusori per materie plastiche si trovano linee delle più diverse, adatte alle esigenze più disparate. Si può chiedere una consulenza per progettare soluzioni personalizzate e più idonee per la propria attività. Del resto, quando si tratta di dare seconda vita ai rifiuti plastici industriali il compound della plastica è uno dei processi più scalabili e adattabili nei diversi campi, che aiuta le aziende a giocare un ruolo anche risolutivo rispetto alla questione dell’inquinamento da plastica.
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