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Cultura

Guarino Guarini: genio del Barocco torinese celebrato all’UNITRE di Cuorgnè

Una conferenza di don Alexandru Rachiteanu esplora le opere e l’eredità del grande architetto teatino, protagonista dell’architettura sabauda del Seicento

Il barocco piemontese

Il docente don Alexandru Rachiteanu, in occasione dell’anniversario dei 400 anni dalla nascita di Guarino Guarini, ha tenuto un’interessante conferenza all’UNITRE di Cuorgnè.

Guarino Guarini (1624-1683) fu un religioso teatino, appartenente all’ordine fondato da San Gaetano Thiene. Il nome "teatino" deriva da Theate, antico nome latino della città di Chieti. Guarini è annoverato tra i maggiori esponenti dell’architettura barocca del Seicento e fu un illustre architetto della Torino sabauda. Nato a Modena nel 1624, si formò tra la sua città natale e Roma, dove trascorse il noviziato tra il 1639 e il 1647. La sua attività per l’Ordine dei Teatini lo portò a lavorare in diverse città, tra cui Messina, Lisbona, Madrid e Parigi. Dal 1666 si stabilì a Torino, dove rimase fino al 1681, prima di trasferirsi a Milano, dove morì nel 1683.

Questo religioso-architetto, matematico e filosofo, venne chiamato a Torino dai Savoia per donare un nuovo volto alla città, progettando importanti edifici religiosi e civili.

L'evoluzione urbanistica di Torino

Prima di entrare nel dettaglio del contributo di Guarini, il docente ha introdotto il contesto storico e urbanistico della Torino dell’epoca, capitale del Ducato e città in rapida trasformazione. Nel 1584, quando contava circa 15.000 abitanti, Ascanio Vitozzi ampliò la Torino romana quadrata, progettando una piazza porticata e un nuovo Palazzo Ducale per i Savoia, giunti da Chambéry nel 1563. L’intervento di Vitozzi fu seguito da quello di Carlo di Castellamonte, che aprì Piazza Reale.

Il secondo ampliamento, datato 1673, fu opera di Amedeo di Castellamonte, che progettò l’obliqua Via Po, collegando Piazza Castello con Porta di Po e il suo ponte, e posizionò al centro Piazza Carlina. Infine, nel 1715, con Torino divenuta capitale del Regno di Sardegna, Filippo Juvarra ampliò ulteriormente la città verso ovest, conferendole la caratteristica forma a mandorla, aprendo nuove piazze e definendo un’impronta urbanistica ancora visibile oggi.

Le opere di Guarini

La Cappella della Sacra Sindone è il primo intervento significativo di Guarini a Torino. Costruita per custodire il sudario di Cristo, reliquia fondamentale per i Savoia, la cappella rielabora il progetto iniziale di Castellamonte. Guarini adottò una pianta circolare sovrapposta a uno schema triangolare, con tre ambienti posti ai vertici: due circolari, che conducono alla cattedrale tramite scalinate ad arco, e uno semicircolare, che porta al Palazzo Ducale. Questo intervento è un capolavoro di geometria e simbolismo architettonico.

La chiesa di San Lorenzo, la cui costruzione iniziò nel 1668, rappresenta un altro esempio della straordinaria libertà compositiva di Guarini. La chiesa, a pianta centrale, è preceduta da un vestibolo e culmina in un presbiterio ellittico. La forma ottagonale dai lati curvilinei, con cappelle e presbiterio che si espandono verso lo spazio centrale, crea un effetto di movimento continuo, enfatizzato dalle cupole a costoloni intrecciati, perforate da oculi che filtrano la luce. Questo edificio celebra il voto fatto da Emanuele Filiberto e Filippo II di Spagna, in seguito alla vittoria nella battaglia di San Quintino nel 1557, in cui promisero di costruire un luogo sacro dedicato a San Lorenzo.

L’architettura della chiesa combina geometria, riflessioni sulla materia e una simbologia profonda, trasmettendo un senso di movimento e vitalità agli spazi.

Infine, il docente ha parlato di Palazzo Carignano, edificio civile progettato da Guarini. Il fronte principale è caratterizzato da due tratti rettilinei che racchiudono una superficie ondulata, soluzione simile a quella ideata da Bernini per il Louvre. L’atrio ellittico centrale costituisce il fulcro dell’edificio, sopra il quale si apre il salone di rappresentanza, mentre le ali laterali ospitano gli ambienti privati. La facciata principale è scandita da un doppio ordine di lesene, decorate con bugnato nella parte inferiore e lisce nella parte superiore. Sul lato posteriore, invece, Guarini rinuncia agli ordini architettonici, optando per una decorazione semplice con stelle a otto punte e una convessità centrale che si distingue per l’uso di aperture dalle forme diverse.

La sintesi innovativa di Guarini

Guarini realizzò una straordinaria sintesi dell’evoluzione tecnica e simbolica nell’architettura, unendo le potenzialità del gotico alla tradizione italiana della pianta centrale. Attraverso la padronanza della teoria matematica e della tecnica costruttiva, Guarini diede vita al Barocco torinese, creando spazi emozionanti che combinano razionalità e fantasia, tecnica e arte.

barocco

 

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