Per mesi ha somministrato dosi di insulina al figlio di quattro anni, sano, in modo che si ammalasse. Quantità perfettamente calibrate, come soltanto un'infermiera che conosce alla perfezione quel farmaco può fare. Non troppo massicce, perché altrimenti il piccolo sarebbe certamente morto. E' stata scoperta e arrestata all'ospedale Regina Margherita di Torino, dove era arrivata qualche giorno prima per una crisi che aveva colpito il bambino. E' stata sorpresa in flagrante dalle telecamere sistemate dai carabinieri. A scoprire tutto, dopo alcuni esami, sono stati i medici dell'ospedale. Quei valori di insulina, per la letteratura medica, non potevano che essere provocati da un intervento umano. A quel punto è scattata la segnalazione in procura e la caccia al colpevole. Subito l'attenzione degli investigatori si è concentrata sulla donna. Qualche giorno dopo, la certezza, quando è stata immortalata proprio mentre faceva l'ennesima iniezione al suo bambino. Le ragioni del comportamento dell'arrestata, un'italiana di 42 anni, che fino a pochi giorni fa lavorava nel reparto di medicina generale dell'ospedale di Carmagnola (Torino), sono ancora tutte da spiegare. Il pm Patrizia Gambardella ha disposto una perizia psichiatrica per capire se si possa trattare della 'sindrome di Munchausen', una patologia che spinge a somministrare farmaci mai prescritti da nessuno e a chiedere il ricovero dei propri figli in assenza di qualsiasi malattia. Per adesso, però, lei resta detenuta nel carcere di Torino ed è accusata di tentato omicidio. L'ipotesi di reato, però, potrebbe decadere se un'altra consulenza disposta dal magistrato, in questo caso un medico legale, stabilisse che, anche se prolungato nel tempo, il comportamento della madre non avrebbe potuto comunque portare alla morte del bambino. Per ora il professionista, Roberto Testi, ha stabilito che le dosi, singolarmente, non avrebbero potuto essere in alcun modo letali. La madre, grazie alle sue competenze professionali, aveva somministrato soltanto la quantità esatta per provocare un malessere. Resta da stabilire, infine, anche se il bambino riporterà danni permanenti a causa delle continue somministrazioni di insulina. Per capirlo saranno necessari alcuni mesi. I medici del Regina Margherita, per il momento, non si sbilanciano anche se la situazione - a quanto riferiscono - è sotto controllo.
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