Sessanta opere di Guttuso, provenienti da collezioni pubbliche e private, per celebrare i 50 anni del '68. Da domani - e fino al 24 giugno - saranno esposte alla Gam di Torino. "Questo è il momento giusto, nella città giusta, incline da sempre alla riflessione politica e sociale, e nel museo giusto per organizzare una mostra su Renato Guttuso". Fabio Carapeza Guttuso, figlio adottivo del pittore morto nel 1987 e presidente degli Archivi Guttuso, spiega così l'iniziativa. "Ricordo quando il curatore Pier Giovanni Castagnoli e la direttrice del museo, Carolyn Christov-Bakargiev sono venuti a trovarmi - ha detto Carapeza Guttuso - e ho subito capito che questa mostra sarebbe stata importante. Ci sono mostre che possono parlare alla storia, ai loro tempi, al loro pubblico con una particolare forza e questa mi pare sia tra quelle. Renato Guttuso frequentò certamente di più città come Milano, Roma e Palermo, ma qui c'erano i fondamentali per lui. Più volte mi disse che il suo antifascismo militante gli derivò, in primis dalla frequentazione con Norberto Bobbio. A Torino si formò un movimento di intellettuali che lui sentì molto vicino. Qui l'Einaudi gli chiese di pensare al logo dello Struzzo. Qui visse Massimo Mila che diceva che nelle opere di Guttuso si sentivano la musica, i rumori, le parole della gente, il vento, il brusio delle strade, gli slogan dei manifestanti, il pianto dei poveri". "Questa mostra, ancora più di altre - dice Castagnoli - approfondisce il tema del rapporto tra arte e impegno civile, in un momento storico delicatissimo. Comunque non ci sono solo opere con soggetti politico e civili, una per tutti 'I Funerali di Togliatti', ma anche 'laiche', nature morte e paesaggi, che bene rappresentano la profonda poesia di Guttuso. Con questa mostra la Gam ha deciso di riportare fortemente l'attenzione su un pittore e intellettuale che per alcuni decenni è stato messo da parte e che invece ora sta tornando di forte attualità anche grazie alla pubblicazione, nel 2013, di tutti i suoi scritti da parte di Bompiani". "Abbiamo puntato molto su questa mostra - ha aggiunto il presidente di Fondazione Torino Musei, Maurizio Cibrario - per noi un'operazione importante. Guttuso era un pittore a tutto tondo, un intellettuale ma anche un artista poliedrico e 'puro', di grandissimo valore, come ci racconta la mostra".
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