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TORINO. Agricoltura: Cia, pensioni a 400 euro,riforma non rinviabile

TORINO. Agricoltura: Cia, pensioni a 400 euro,riforma non rinviabile
In Italia sono 458 mila gli imprenditori agricoli e i coltivatori diretti e l'89% di loro non avrà una pensione superiore ai 600 euro, con una media però ancora più bassa, 400 euro con punte minime di 276, al di sotto di quanto previsto dall'Europa. A chiedere una "urgente revisione del sistema" e l'attuazione nella prossima legge di Bilancio del ddl Damiano-Gnecchi è la Cia che ha promosso oggi a Torino un incontro nazionale sul tema 'Pensioni dignitose per gli agricoltori italiani". La Cia ha ricordato che il comparto agricolo ha un'incidenza sul Pil del 10,7%, con entrate che superano i 183 miliardi e un saldo positivo di 14 miliardi. Per il presidente Cia Dino Scanavino "la riforma del sistema pensionistico non è più rinviabile. Con la situazione attuale non ci si può stupire che stenti il ricambio generazionale nei campi dove l'ingresso degli under 40 è sotto il 6% e le aziende over 65 sono il 40% a fronte di 200 mila potenziali aspiranti agricoltori. Il sistema di protezione sociale - aggiunge - deve tener conto del valore del vivere nelle aree rurali e del contributo che questo settore dà all'economia". Uno dei promotori del disegno di legge, il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano ha fatto osservare come la filosofia di fondo sia quella di "portare avanti un'idea che tiene insieme rigore ed equità sociale. Perché è nostro dovere garantire anche a questi lavoratori una pensione di garanzia che sia dignitosa".
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