Un piano dettagliato, con obiettivi chiari, ciascuno con un peso e un punteggio diverso, sui quali valutare il lavoro dei direttori delle aziende sanitarie del Piemonte. La giunta regionale detta 'le regole' per far funzionare sempre meglio la sanità piemontese, 11 obiettivi che i direttori di Asl e Aso dovranno rispettare nel 2016, con verifiche trimestrali da parte dell'assessorato. Pena la rescissione del contratto. "Sono stati fatti passi avanti significativi - sottolinea il presidente Sergio Chiamparino - superando la logica degli obiettivi tutti con lo stesso peso e questo ha un grande valore innovativo nel funzionamento della pubblica amministrazione". In cima alla lista delle priorità da raggiungere, spiega l'assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, "la riduzione dei tempi d'attesa nelle prestazioni ambulatoriali e nei ricoveri, la realizzazione dei piani di assistenza territoriale e l'appropriatezza prescrittiva sulla farmaceutica, con particolare riferimento ad 11 categorie di farmaci". Tra gli obiettivi anche la riduzione del numero di strutture complesse, l'efficientamento economico e il completamento del piano di riequilibrio, l'umanizzazione delle strutture di ricovero, la centralizzazione dei laboratori analisi, il piano esiti, con particolare riferimento alla riduzione del numero di parti cesarei, la tempestività di interventi di frattura del femore sopra i 65 anni e delle angioplastiche coronariche. E, ancora, il completamento della rete oncologica e il rafforzamento degli screening, l'incremento delle donazioni di organi e l'attuazione delle nuove normative antincendio e antisismiche. Non più, dunque, linee generiche, ma obiettivi definiti che attuano gli atti adottati dalla giunta in questi due anni. Obiettivi da realizzare, pena la decadenza dall'incarico, e "assegnati per la prima volta - aggiunge Saitta - avendo già definito il budget finanziario, grazie al riparto del fondo nazionale effettuato nei mesi scorsi. Ogni azienda ha dunque il budget per realizzarli". Quanto alla riduzione delle liste d'attesa l'assessore sottolinea che "è possibile fare qualcosa fin da subito superando alcune difficoltà organizzative e mettendo a disposizione tutte le agende per prepararsi al Cup unico a partire da settembre". La Regione sta anche guardando ad esempi, come quello dell'Emilia Romagna e al suo progetto 'Presto è Bene. Insieme per una sanità più veloce'.
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