Nuovo grande risultato per l’Akiyama Settimo. Ai Campionati Mondiali 18 di Sarajevo (Bosnia), Sofia Petitto si laurea vice campionessa mondiale nella categoria di peso al limite dei 44 kg. Reduce dal successo agli Eyof, l’allieva di Pierangelo Toniolo cala subito un tris di ippon ai danni dell’ungherese Szandra Tamasi, della spagnola Laura Martínez Abelenda e della francese Shirine Boukli. Un cammino travolgente, che le apre le porte della finalissima, in cui deve vedersela con l’ucraina Daria Bilodid. Lo storico successo iridato sfugge all’azzurrina, ma l’entusiasmo per questa luccicante medaglia d’argento è alle stelle. Un secondo posto per la judoka recentemente trasferitasi all’Akiyama Settimo, nella stessa categoria che a Budapest 2009 e a Kiev 2011, vide in terza posizione Angelina Bombara e prima Sara Maria Romano. Lasciare casa per inseguire un sogno non è mai facile, ma i sacrifici compiuti sono stati ripagati da questo risultato memorabile. “Sono felice che questo sia stato un anno in crescendo, - queste le parole di Sofia - iniziato con il quinto posto agli Europei, il successo agli Eyof e la seconda posizione al Mondiale. Lo dedico soprattutto alla mia famiglia, al mio allenatore Pierangelo ed a Fabio Basile, perchè mi sono sempre stati vicini in quest’anno pieno di sacrifici”. Soddisfattissimo anche il presidente della Commissione Nazionale Attività Giovanile, Nicola Moraci: “Nonostante le avversità di questa trasferta in Bosnia - buona parte dei ragazzi è infatti rientrata dalla Georgia con risentimenti gastrointestinali non privi di importanza – questi ragazzi stanno dimostrando di essere veramente speciali, sopportando grandi sacrifici, la pressione ma mantenendo nella prima giornata la concentrazione e la motivazione. Quello che mi preme sottolineare è che siamo riusciti a trasmettere una mentalità vincente ai nostri azzurri che stanno salendo sul tatami senza alcun timore o sudditanza psicologica verso i loro avversari. A questa Italia nulla sembra impossibile… Una menzione speciale va spesa per Toniolo, dal cui lavoro è arrivata questa medaglia. Bisognerebbe fare una statua per il lavoro fatto con i giovani: è un grandissimo tecnico e vero maestro di judo”.
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