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01 Settembre 2021 - 10:52
in foto, Giancarlo Amberti e Valerio Fasano
Mi piacerebbe che il centro storico di Settimo rimasse “Storico”.
Sono le parole di Giancarlo Amberti, presidente dell’associazione settimese InCentro, a cui abbiamo chiesto la vitalità dei locali commerciali della zona del centro di Settimo dopo la chiusura, nel tratto pedonale di via Italia, di Intimissimi, Tezenis e Calzedonia.
“Io non vorrei entrare in merito alle decisioni aziendali che hanno portato alla chiusura di tre negozi in via Italia, - ha detto Giancarlo - ma voglio sperare che aprano altrettante attività e che nessuno abbia perso il posto di lavoro. Però, forse, l’azienda avrà fatto le opportune considerazioni per chiudere”.
Inoltre per Giancarlo, è una faziosa querelle su ciò che hanno scritto alcuni giornali sulla quasi totale chiusura dei negozi settimesi nel mese di agosto: “Siamo in un libero mercato e ogni negoziante, penso, possa chiudere per ferie quando lo ritiene opportuno, anche perché le vacanze ai dipendenti bisogna darle o no? Io, però, vorrei porre l’accento sulla apertura delle nuove attività in via Italia a Settimo e in tutto il nostro centro.
Credo sia importante non snaturare la zona con negozi che non richiamino le nostre radici, soprattutto perché le persone, i clienti, si devono sentire parte integrante della città. Vorrei ricordare solo che i negozi, se aperti, sono anche un ottimo deterrente contro la criminalità o contro gli atti di vandalismo verso le opere pubbliche.
Ovvero, più negozi aperti meno atti vandalici. Anche quando chiuse Eataly nel 2019 ci eravamo preoccupati per il contraccolpo, ma poi abbiamo visto che gli esercenti settimesi sanno andare avanti con successo e costanza. Una cosa importante e su cui noi de InCentro ci battiamo sempre sono le vetrine, che rappresentano il biglietto da visita degli esercenti. Devono essere belle e accattivanti, altrimenti non si va da nessuna parte”.
Anche per Valerio Fasano, presidente dell’Ascom di Settimo Torinese, la chiusura dei tre punti vendita di Intimissima, Tzenis e Calzedonia non è stata salutare per il commercio cittadino, anche se: “Queste sono scelte commerciali e aziendali su cui noi non possiamo esprimere un giudizio. Certo che dispiace, soprattutto per i dipendenti se dovessero perdere il posto di lavoro e poi anche per Settimo stessa.
Moltissime persone, difatti, arrivavano dall’interland torinese per fare acquisti nella nostra città. Speriamo solo che la rimodernizzazione della seconda parte dell’area pedonale da via Matteotti a via Buonarroti porti un ulteriore incremento di passaggio, perché come dico da anni: una tazzina di caffè non è solo un modo di consumare al bar, ma è una modalità di vivere la città in tutte le sue sfaccettature. È un incontrarsi con i propri concittadini e di fare rete. E questo è fondamentale dopo quello che abbiamo passato con il Covid”.
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