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04 Dicembre 2025 - 15:29
A Chivasso l’amministrazione si continua a definire “di centro-sinistra”, ma di quello che resta del centro-sinistra, “quello vero, quello che mette le persone al centro, che investe nella coesione sociale, che riconosce diritti e welfare come architrave della democrazia, non è rimasto quasi nulla”. Così denuncia l’esponente chivassese socialista Marco Riva Cambrino in un durissimo atto d’accusa nei confronti dell’amministrazione comunale.
Nel suo comunicato stampa, Riva Cambrino riporta che “da trent’anni, gli stessi personaggi hanno trasformato la Sinistra da sostantivo carico di valori, battaglie e speranze a un aggettivo stanco, cerimoniale, che serve solo a coprire il vuoto politico di chi ha smarrito la propria identità”. Oggi, aggiunge, quella parola “non indica più una visione, ma un insieme di crepuscolari tristezze, di potentati locali, micro-correnti e ambizioni personali travestite da bene comune”.
In questo contesto, l’assenza totale di politiche sociali strutturali non sarebbe un incidente: sarebbe “la diretta conseguenza di un centro-sinistra che ha rinunciato a essere Sinistra”. In pratica, “mentre crescono i lavoratori poveri, mentre famiglie intere si dibattono tra affitti insostenibili, bollette, fragilità economiche e sociali nuove e vecchie”,sostiene l’attivista, “l’amministrazione risponde con interventi spot, iniziative di facciata, provvedimenti emergenziali buoni per i titoli di giornale ma totalmente incapaci di costruire diritti e dignità”.
La scelta di assegnare l’assessorato alle Politiche Sociali a Cristina Varetto, ufficialmente nominata il 15 gennaio 2024, sarebbe parte di un “calcolo politico”: secondo il socialista chivassese, la Varetto sarebbe “una figura che non disturba, che non pone problemi, che non esercita un ruolo di governo”, lasciando il settore “nell’inerzia amministrativa”. In altri termini: un assessore che non guida, non approfondisce, non conosce la complessità del ruolo, e che quindi manda un messaggio chiaro: “le politiche sociali non sono una priorità. Sono un fastidio. Un reparto da tenere spento per impedire che intralci il resto”.
Il risultato di questa inerzia, secondo Riva Cambrino, si starebbero riflettendo su intere fasce di cittadini: famiglie in difficoltà, lavoratori a basso reddito, persone vulnerabili che “si allargano, invisibili e non ascoltate, mentre chi dovrebbe proteggere e prevenire resta fermo”.
La denuncia del socialista chivassese non è, sottolinea, un’invocazione di antipolitica, ma piuttosto “un appello al ritorno della Politica, quella vera: quella che guarda alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni; quella che costruisce visioni, progetti, comunità; quella che mette la giustizia sociale, il diritto alla salute, la dignità delle persone al centro di ogni scelta”.
Il punto è chiaro: “Non attacco la Politica. Attacco chi l’ha svuotata. Chi l’ha ridotta a gestione condominiale del potere. Chi ha confuso il governo della città con l’amministrazione dei propri interessi di bottega”.
Negli ultimi mesi, a dominare le cronache non sono stati nuovi progetti sociali, ma episodi discutibili, proprio come l’utilizzo della fascia da sindaco da parte dell’assessora durante una cerimonia pubblica: un gesto formalmente non consentito che ha sollevato proteste e imbarazzo istituzionale, diventando per molti il simbolo di una deriva amministrativa più attenta alla forma che alla sostanza.
Per Marco Riva Cambrino, Chivasso “merita molto di più di un centro-sinistra da brochure. Merita una Sinistra che torni ad essere sostantivo: casa, progetto, lotta, visione, futuro.”
Il caso dell’assessora Varetto rappresenta agli occhi di molti un simbolo del declino della sinistra locale: da esperienze di welfare e politiche sociali concrete, a un ruolo marginale, contenuto, spesso assente. La critica mossa dall’attivista è che la giunta non stia offrendo “politiche sociali strutturali”, ma solo interventi frammentari ed episodici, incapaci di rispondere a bisogni diffusi e crescenti.
Se la tendenza non dovesse cambiare, ammonisce il socialista, il rischio è che Chivasso resti una città per chi “tiene bottega”, ovvero chi cerca consenso con grandi opere, finanziamenti per associazioni, visibilità pubblica, mentre chi vive fragilità continuerà ad essere ignorato.
Insomma, serve “una Sinistra che torni ad essere sostantivo”: capace di progettare, costruire comunità, difendere i diritti, dare dignità.
Ma chi è l’assessora Varetto?
La giunta comunale, il 15 gennaio 2024, ha ufficializzato la nomina di Cristina Varetto come nuova assessora alle Politiche Sociali, all’Integrazione, Accoglienza, Famiglia, Pari Opportunità, Casa, Lavoro e Occupazione, in sostituzione di Tiziana Siragusa. Iscritta al Partito Democratico al momento della nomina, Varetto era stata eletta consigliera comunale nelle elezioni del giugno 2022. Prima di allora, però, il suo profilo politico non presentava esperienze significative. E ora? Nessuna progettualità strutturata, nessuna visione definita in materia di welfare, solo interventi episodici e logiche emergenziali.
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