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SETTIMO VITTONE. Romeno alla sbarra, maltrattava e chiedeva soldi alla moglie

SETTIMO VITTONE. Romeno alla sbarra, maltrattava e chiedeva soldi alla moglie

Avrebbe costretto la moglie a farsi consegnare del denaro, in più occasioni. L'avrebbe aggredita, tornando a casa spesso e volentieri ubriaco fradicio. Sarebbe arrivato a metterle le mani addosso. Con queste accuse Costel Giudica Ghinescu, romeno residente a Settimo Vittone, classe 1969, si trova imputato presso il Tribunale di Ivrea. Difeso dall'avvocato Bruno Delfino, deve rispondere del reati di maltrattatamenti nei confronti della compagna, classe 1973. Il processo, che si sta celebrando a Palazzo Giusiana, è stato originato dalle denunce della donna, che però non si è costituita parte civile. In particolare sono contestati alcuni episodi, ricostruiti martedì scorso attraverso le testimonianze dei Carabinieri della Stazione di Settimo Vittone che erano intervenuti nel 2009. Uno risale al primo maggio di quell'anno. La donna aveva chiamato in caserma, raccontando che il marito era ubriaco, che la maltrattava a parole, e che aveva già rotto un vetro, in presenza dei loro bambini. "Siamo intervenuti tre volte per mettere fuori casa l'uomo, la donna e i bambini erano molto spaventati" ha raccontato uno dei carabinieri, interrogato dal Pm Claudia Oberto. Un agente del Nucleo Radiomobile di Ivrea ha invece ricostruito l'intervento effettuato pochi giorni prima, il 21 aprile, sempre nel dopo cena. La porta risultava forzata, come se la persona offesa si fosse chiusa dentro e poi l'imputato avesse forzato per entrare. La ragazza aveva una guancia arrossata. "Lui si lamentava – ha proseguito l'agente – perchè la signora aveva speso tutto per pagare le bollette e lui aveva bisogno di soldi. Era agitato, infatti lo abbiamo invitato ad andare a dormire altrove". Il processo è stato rinviato a novembre per sentire i testi del Pm.

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