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NOASCA. Zero contagi nel lockdown, il sindaco: “Ora confidiamo nel turismo”

Tra i piccoli comuni di montagna che non hanno registrato casi di Covid-19 c’è Noasca in Valle Orco. Situata ad oltre mille metri di altezza, ha un centinaio di abitanti ed una cascata spettacolare, che costituisce il suo principale motivo di attrazione. Ne è sindaco Domenico Aimonino, che concluderà nel 2021 il secondo mandato.
Nell’ultimo fine-settimana prima del Lockdown anche questo paese, come quelli vicini, era stato preso d’assalto dai gitanti: i contagi nel Piemonte Occidentale non erano ancora molto diffusi altrimenti non è detto che Noasca sarebbe rientrata nell’elenco delle località “fortunate”. Dalla settimana successiva fino alla riapertura dei “confini” tra i diversi comuni la sorveglianza si era fatta rigida e sul paese, come su quelli vicini, era sceso il silenzio. 
Chiediamo al sindaco a cosa attribuisca l’assenza di contagiati: alla posizione geografica, alle piccole dimensioni del suo Comune, ai comportamenti virtuosi  o alla fortuna?
E’ indubbio che si sia trattato anche di fortuna. I miei compaesani però si sono comportati bene.
Come si è svolta la vita in questi due mesi?
C’eravamo solo noi: poche auto in transito e nessuno in giro per il paese; si usciva solo per fare la spesa.
C’era qualcuno che si spostava per lavoro?
Pochi. Quasi tutti erano fermi; alcuni lavoravano da casa. Anche per questo i contatti con l’esterno erano limitati.
E’ stato faticoso quel periodo?
In verità l’atmosfera era buona. All’inizio un po’ di paura ce l’avevamo, poi ci siamo tranquillizzati ed abbiamo trascorso le settimane di isolamento in maniera abbastanza serena. Era facile imbattersi in animali selvatici ed io, che di secondo lavoro faccio l’allevatore, potevo lasciar pascolare le mucche nei prati lungo la strada, senza installare recinzioni o batterie  come gli altri anni perché di auto non ne passavano. I ragazzi hanno fatto un video mentre cantavano sui balconi. Mia figlia, che frequenta l’università e vive a Rivarolo, era rimasta là per maggior comodità ma appena liberalizzati gli spostamenti è venuta su e non se n’è più andata. C’è anche qualcuno da fuori che ipotizza di venire  a stabilirsi qui.
Ci sono state ripercussioni negative sull’economia locale?
Purtroppo sì. Alberghi e ristoranti hanno subito un grosso danno, in particolare “La Cascata”, che è collocato nell’ex-ostello e  che, essendo il più capiente (con 56 posti-letto) in quel periodo avrebbe fatto il pieno di presenze grazie agli appassionati di arrampicata su ghiaccio ed alle scuole. Tutti però sono stati danneggiati: l’Hotel-ristorante “Gran Paradiso”, l’ “Osteria dei Viaggiatori”, il Bar-trattoria “Caccia Reale” ed il  Bad&Breakfast “Il Maiolandro”. Siamo una località di passaggio e si lavora anche grazie a questo. I 600 euro  non possono certo sopperire ai mancati guadagni.
Per le altre attività com’è andata?
L’unico negozio di alimentari, com’è successo ovunque, ha incrementato le vendite. L’altra attività economica con sede in paese, un’impresa edile, ovviamente è rimasta ferma. 
Gli studenti come se la sono cavata? 
Abbiamo tre alunni che frequentano le Elementari  a Locana, uno le Medie (sempre a Locana) ed uno le Superiori: sono riusciti tutti a seguire le lezioni per via telematica.
Internet funzionava bene?
Non ci sono stati problemi e chi lavorava da casa è riuscito a farlo senza difficoltà: è un punto a favore per chi volesse stabilirsi qui. Del resto abbiamo finito i lavori per la posa della Fibra Ottica.  
Ora che gli spostamenti si sono liberalizzati siete preoccupati?
Confesso che un po’ di preoccupazione c’è: dopo il 4 maggio sono cominciati ad arrivare i proprietari delle seconde case per  controllare che tutto fosse a posto; dal 18 ci sono giorni, anche feriali, in cui alle 6 del mattino si vedono le file di auto risalire la strada. Finora però i comportamenti sono stati corretti; c’è anche chi ha telefonato ai carabinieri prima di partire per essere sicuro di poter raggiungere il paese. 
Cosa vi aspettate per il futuro?
L’aspetto positivo della pandemia è la rinascita di un certo interesse per le piccole località montane come la nostra. C’è chi s’informa sui collegamenti  Internet e chi telefona per chiedere notizie sugli alberghi o per sapere se sia possibile prendere in affitto delle camere. 
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