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06 Novembre 2017 - 08:52
Ottanta minuti. E’ la durata di una partita di rugby, ma Riccardo Amerio ha sostenuto una gara contro il tempo ben più importante. Era stato colpito da un ictus nella mattinata di giovedì 19 ottobre. E’ uno dei giovani più promettenti del Settimo Rugby, ormai diventata una realtà nazionale di serie A. I medici del Giovanni Bosco lo hanno salvato i soli ottanta minuti, restituendo al ragazzo la possibilità di tornare a giocare. Dovrà sottoporsi ad un intervento chirurgico al cuore, ma poi sarà pronto a ritornare in campo come prima. E’ un caso eccezionale, in cui è stata determinante la prontezza da parte dei suoi compagni di squadra di chiamare i soccorsi.
Riccardo, 20 anni, atleta professionista originario di Asti, vive a Settimo nella foresteria della società, in via don Gnocchi, con alcuni compagni di squadra con cui frequenta anche l’Università di Scienze Motorie. Si era accasciato a terra con il lato sinistro del corpo completamente paralizzato verso le 11.
I suoi amici hanno chiamato subito il 118, intervenuto con un’ambulanza a soccorso avanzato. Trasportato al Pronto Soccorso del San Giovanni Bosco, un tempestivo e rapidissimo intervento coordinato dei neurologi e neuroradiologi gli ha salvato la vita, con il completo recupero del deficit.
L’ictus quando colpisce persone in giovane età, è spesso letale perché può subentrare un massiccio e incontrollabile edema cerebrale che, aumentando la pressione all’interno della scatola cranica, nonostante interventi neurochirurgici decompressivi, può portare al decesso del paziente.
Cosciente e vigile, ma con la parte sinistra bloccata, è stato sottoposto a Tac del cranio. Dopo la terapia farmacologica e la rimozione del trombo, le procedure sono terminate con il recupero delle condizioni neurologiche del paziente. Alle 14, l’incubo era finito.
“Nell’ictus cerebrale ischemico, l’attuale vero nemico è il tempo - commenta Roberto Cavallo, direttore della neurologia dell’ospedale Giovanni Bosco - in ogni singolo minuto trascorso senza apporto di sangue e ossigeno muoiono milioni di cellule nervose ed è quindi di fondamentale importanza cercare di riaprire l’arteria occlusa nel più breve tempo possibile”.
“In soli 80 minuti dall’arrivo del paziente in pronto soccorso - spiega Giacomo Paolo Vaudano, direttore della Neuroradiologia dell’ospedale Giovanni Bosco - , le sue condizioni neurologiche sono migliorate rapidamente e in pochi minuti ha riacquistato il movimento e la forza del braccio e della gamba sinistra”.
“La giovanissima età del paziente è stata una motivazione fortissima ad accelerare il più possibile ogni passaggio per tutto il personale - commenta Roberta Bongioanni, la neurologa che ha seguito il paziente durante i vari passaggi - . Questo dimostra però che se il percorso diagnostico-terapeutico stabilito viene messo in pratica da tutti, ognuno per la sua parte e competenza, si riescono ad ottenere ottimi risultati”. Il paziente è stato dimesso mercoledì 25 ottobre con ritorno al proprio domicilio in condizioni neurologiche di normalità.
Il 20 novembre verrà ricoverato presso la cardiologia del San Giovanni Bosco, diretta da Patrizia Noussan, per essere sottoposto da parte dei dottori Giacomo Boccuzzi e Fabrizio Ugo ad un intervento di correzione del difetto interatriale cardiaco che ha causato l’ictus. Tutti sperano di vederlo in campo al più presto con i suo compagni di squadra, per vincere ancora.
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