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SAN MAURO. Falso autista del Vescovo condannato a 5 anni e 5 mesi

SAN MAURO. Falso autista del Vescovo condannato a 5 anni e 5 mesi

Giovanni Paciolla

Cinque anni, cinque mesi e dieci giorni di reclusione. Questa la condanna inflitta dal tribunale di Torino a Giovanni Paciolla, 36 anni, ex guardia giurata.

E dire che per difendersi, tra le altre cose ha affermato di avere lavorato per i servizi segreti del Vaticano e di essere stato l’autista di un arcivescovo di Torino.

Di sicuro è stato coinvolto in una vicenda di rapine commesse da falsi appartenenti alle forze dell’ordine ed è stato riconosciuto colpevole di una cinquantina di capi d’accusa sui 67 che gli erano contestati: tra gli altri detenzione illegale di armi, detenzione illecita di segni distintivi, contraffazione del sigillo dello Stato, ricettazione.

Ad altri tre imputati sono state inflitte pene comprese fra i 5 mesi e 20 giorni e i due anni e due mesi.

Paciolla, arrestato nel marzo del 2015, frequentava gli ambienti della Curia torinese. Non risulta avere mai avuto incarichi formali, ma dopo la sentenza, ha detto che occupava regolarmente un ufficio: “facevo capo al cancelliere episcopale”.

“Il problema di questo processo - ha affermato - è che certe situazioni sono state portate a galla. Altre, che evidentemente scomodavano qualcuno, sono state lasciate sott’acqua. Chi tenta di fare pulizia paga le conseguenze”.

Per dimostrare i suoi rapporti con la Chiesa, ha detto che in carcere ha ricevuto lettere di alti prelati. In aula ha parlato della sua collaborazione con i servizi informativi vaticani precisando però di non potere rivelare ulteriori dettagli a causa del “segreto di Stato”.

Uno dei numerosi episodi portati al vaglio del tribunale riguarda il ritrovamento di una cartella clinica: “E’ di un impiegato dell’Arcidiocesi di Torino morto dopo quattro ore di attesa in un pronto soccorso. Io non ho rubato quel documento. E chissà a cosa serviva. E’ un mistero che le indagini non hanno chiarito”. 

Paciolla è molto conosciuto a San Mauro anche per la sua attività politica (era membro della lista civica Due Ponti e stava conducendo in prima persona, assieme ad altri tre delegati, le trattative con altre liste in vista delle elezioni 2016)

Secondo le prime indiscrezioni l’uomo, ex guardia giurata in servizio anche in Tribunale, si presentava, con documenti, credenziali e biglietti da visita come coordinatore del Museo Diocesano di Torino, incaricato di sicurezza.

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