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11 Luglio 2017 - 15:54
Insultato e aggredito per il colore della pelle. L’episodio è accaduto in via Italia durante la “Notte bianca”. La vittima è Gerald, un ragazzone di 19 anni originario del Camerun, terra dal quale è scappato via per sbarcare poi sulle coste siciliane in cerca di una vita migliore. Da un paio d’anni, Gerald, vive in città presso il centro d’accoglienza Teobaldo Fenoglio ma non è un richiedente asilo politico come tanti. E’ perfettamente integrato nel tessuto sociale settimese a tal punto che ogni giorno si occupa di volontariato. E trova anche il tempo da dedicare allo studio per conseguire il diploma e per giocare a calcio tra le fila del Settimo Calcio.
A raccontare lo spiacevole episodio è la fidanzata, una settimese di 23 anni che lavora a stretto contatto con persone diversamente abili ed è proprio grazie al volontariato che ha conosciuto Gerald. “Erano circa le 22 di sabato 1º luglio. La notte bianca era in pieno svolgimento e via Italia ribolliva di cittadini. Oltre a me e Gerald c’erano anche delle mie amiche. Ricordo che ci siamo sedute sulla panchina, all’inizio di via Italia, mentre Gerald si è allontanato un attimo per andare a comprare un pezzo di piazza al trancio. E’ qui che all’improvviso un uomo sulla cinquantina e con al guinzaglio un pastore tedesco ha iniziato ad insultare me e le mia amiche”. L’uomo, probabilmente in evidente stato di ubriachezza si sarebbe rivolto alla ragazze con frasi del tipo: “Che schifo. Con tutti i ragazzi con cui potevi stare proprio con lui?”.
E ancora: “Qui i neri non li vogliamo perchè anche il mio cane è razzista”.
“Nel frattempo – racconta ancora - Gerald è uscito dal locale con la pizza in mano chiedendo a quell’uomo quale fosse il problema. E giù di insulti. Non ci ho più visto. Mi sono alzata ed ho cercato di difenderlo. Niente. Quell’uomo ha continuato ad insultarlo e prima di andarsene gli ha anche tirato una stampella in faccia ferendolo alla guancia sinistra”.
“Mi preme ringraziare alcuni cittadini che hanno cercato di aiutarci – prosegue -. Ma resta l’amarezza. Una cosa del genere proprio non me l’aspettavo. Che colpa ne ha Gerald? Io a lui voglio bene e so che questo episodio l’ha profondamente segnato. In questi giorni è depresso.
Ha quasi perso la voglia di uscire. Eppure penso che Settimo non sia una città razzista. Eppure a volte mi sembra che noi italiani non siamo ancora mentalmente pronti. Ci si sciacqua la bocca con l’integrazione e poi?”
La settimana scorsa, Gerald, un ragazzo di 19 anni, è stato vittima di un’aggressione nel centro della città, in Via Italia. Una serata come tante altre, un’uscita con la ragazza e gli amici che si è trasformata in un incubo. Prima gli insulti e poi una botta in faccia con una stampella. Eppure, il ragazzo in questione, abitante del Fenoglio da tempo, ormai è un vero e proprio settimese, tra volontariato e impegno nella squadra di calcio locale il suo dna è praticamente settimese al 100%.
L’episodio ha destabilizzato anche l’ambiente politico che ha così commentato la vicenda.
“Gerald - spiega la vice sindaco Elena Piastra - dimostra che l’accoglienza è possibile, lui studia scienze sociali ed è un calciatore del Settimo. La persona colpita dal primo atto di razzismo è totalmente settimese, non hanno colpito un fenoglino ma una persona integrata. Mi sono sentita anche io colpita come settimese”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il sindaco Fabrizio Puppo. “Aggredire una persona in quel modo, è un atto vergognoso, indipendentemente dal colore della pelle. In questo caso, stiamo parlando di un ragazzo che si è integrato, studia e fa volontariato. Non ci sono altre parole per commentare atti simili”.
Ignazio Schintu, responsabile del centro Fenoglio, smonta, invece, così l’accaduto. “Non si tratta di un episodio di razzismo, poteva capitare a chiunque, a qualunque italiano, non credo si tratti di razzismo. Un ragazzo giovane si è trovato in una situazione particolare come ne capitano molte”.
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