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STRAMBINO – VESTIGNE'. Stalker a processo, minacciava familiari e parenti della ex fiamma

STRAMBINO – VESTIGNE'. Stalker a processo, minacciava familiari e parenti della ex fiamma
Inferocito con la ex fidanzata. Per averlo, prima, lasciato. Poi per averlo denunciato per stalking. E poi ancora per aver portato amici e parenti a testimoniare in aula, procurandogli così una severa condanna. Francesco Gioffrè, 39 anni, residente a Vestignè, aveva deciso di vendicarsi, andando ad affrontare, uno per uno, tutti coloro che non si erano tenuti cucita la bocca. Pedinandoli, facendosi trovare apposta in luoghi ed orari abitudinali. Ma, alla fine, anziché spaventarli, aveva rimediato soltanto un'altra serie di denunce, finendo nuovamente alla sbarra, presso il Tribunale di Ivrea, per il reato, ripetuto, di minacce e ingiurie. Sono ben nove gli episodi contestati dal Pubblico Ministero Emanuele Bosio, per il periodo trascorso tra il 2011 ed il 2012, che vedono imputato anche un amico e complice di Gioffrè, Cristian Bossolono, stessa età, residente a Strambino. I due sono difesi, rispettivamente, dagli avvocato Ferdinando Ferrero e Raffaella Orsello. Venerdì scorso, di fronte al giudice Maria Claudia Colangelo, sono state sentite le persone offese, ma soltanto due di loro si sono costituite parte civile, con l'avvocato Andrea Castelnuovo di Torino, e sono la sorella e l'ex marito della vecchia fiamma di Gioffrè. A quell'epoca la ragazza frequentava Angelo V., di Caravino, ed è stato quest'ultimo a raccontare che nel giugno 2012 si era ritrovato di fronte, in diverse circostanze, l'imputato. Fuori dal bar dove erano soliti fare colazione insieme, davanti al posto di lavoro. "Una mattina ero in bici e volevo passare a salutare S.V. quando mi sono trovato dietro Gioffrè, in auto – ha riferito il giovane di Caravino -. Mi sono infastidito. Lui è passato dall'essere amichevole al vagamente seduttivo al quasi minaccioso. Mi diceva: sei dentro un frullatore. E ridacchiava. Oppure: questo è solo un gioco, dopo ne faremo di più pesanti. Mi metteva in guardia sull'ambivalenza della sua ex fidanzata, con la quale avevo una relazione a quell'epoca. Mi ha fatto trovare anche biglietti sul mio cruscotto: ho un conto in sospeso con lei ma la faccio pagare anche a te, diceva". Nel luglio successivo Gioffrè avrebbe addirittura seguito il suo rivale a bordo di un furgone bianco, dando luogo ad un inseguimento tra Strambino, San Giorgio e Agliè, ripreso grazie alle telecamere poste ad alcuni incroci semaforici. "Ho cercato di seminarlo – ha riferito Angelo V. - ma non ci sono riuscito. Ho chiamato i carabinieri e mi hanno consigliato di recarmi alla stazione più vicina, a Rivarolo, perché non potevano mandare una pattuglia". "Ho cercato di mantenere la calma – ha aggiunto il testimone – e di non farmi provocare. Non so cosa volesse ottenere. Per la mia esperienza di educatore posso dire che mi sembrava volerci dire questo: siccome non posso migliorare la mia vita, rovino la vostra". Anche Sara, sorella di S.V., si era trovata di fronte Gioffrè. In particolare un pomeriggio, mentre era a far shopping per Ivrea con il fidanzato, Raffaele P. "Stavamo uscendo da un negozio – ha riferito Raffaela – proprio quando ce lo siamo trovati davanti, bloccava l'uscita. Ho chiamato i carabinieri. Mi insultava dicendomi di non intromettermi, che mi avrebbe spaccato la faccia". Il processo è stato rinviato ad ottobre per sentire altri testimoni.
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