Giuseppe Mastini meglio conosciuto come Jhonny Lo Zingaro
C'è chi giura di averlo visto su una spiaggia della Francia, chi lo avrebbe avvistato nei sobborghi di Roma, chi sostiene non si sia mai allontanato. Sono numerose le segnalazioni al vaglio della polizia penitenziaria, che in collaborazione con le forze dell'ordine coordina le ricerche di Johnny lo Zingaro, al secolo Giuseppe Mastini, l'ergastolano 57enne evaso da venerdì scorso. Da quando cioè è uscito dal carcere di Fossano per recarsi al lavoro, come faceva dallo scorso novembre, per non farvi più ritorno. Il suo legale, l'avvocato torinese Enrico Ugolini, annuncia intanto a sorpresa l'intenzione di chiedere la grazia per "chiudere dopo un lungo periodo di carcerazione una pagina di storia". "L'evasione non aiuta, la richiesta doveva arrivare alla fine del percorso di riabilitazione, ora ci vediamo costretti ad agire più in fretta", sostiene il difensore, che chiede di essere contattato dai parenti del detenuto, protagonista della criminalità a cavallo tra gli anni '70 e '80 con una lunga serie di rapine, omicidi e sequestri di persona. "Ho paura. Sono a terra. Finisce che faccio una cazzata", aveva detto prima dell'evasione il Biondino - l'altro soprannome di Giuseppe Mastini - a un volontario del carcere di Fossano, Davide Dutto, fotografo e fondatore dell'associazione 'Sapori reclusi'. I due si erano conosciuti sei anni fa, quando l'ergastolano 57enne era ancora detenuto nel carcere di Alessandria. "Ho continuato a frequentarlo - racconta Dutto all'ANSA - anche quando lui è approdato a Fossano", aggiunge il volontario, che sul suo profilo Facebook posta una foto dell'ergastolano e parla di una "evasione da tempo evitata, ma inevitabilmente avvenuta". "Ho parlato con la persona, spesso irrequieta e sciolta, troppo sciolta per rimanere in una società come la nostra. Johnny non lo conosceremo mai veramente e spero non lo vedremo più. Lui vuole ormai solamente sparire - sostiene il volontario - Questo è tutto quello che posso dire. Cercava di tenersi fuori dai guai, soprattutto lontano dal mondo della criminalità romana che ha vissuto da giovane". Quella dell'omicidio Pasolini, nel quale era stato tirato in ballo per poi essere scagionato, e della banda della Magliana. Una Roma che oggi non c'è più. Ma la storia di Jonnhy lo Zingaro, di nuovo evaso ormai da quattro giorni, non si è ancora conclusa.
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