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Cronaca
29 Novembre 2025 - 18:03
Blackout a Vanchiglia e Vanchiglietta: pomeriggio nel buio per 3.500 utenze
Era iniziato come un pomeriggio qualunque, con il via vai dei residenti e l’andirivieni dei negozi, ma nel giro di pochi minuti Vanchiglia e Vanchiglietta si sono trovate a fare i conti con qualcosa che tutti temono e nessuno si aspetta davvero: il buio, quello vero, improvviso, che spegne le voci dei citofoni, blocca gli ascensori a metà corsa, zittisce le vetrine. Intorno alle 14, mentre molti erano appena rientrati a casa o avevano da poco aperto l’attività, una parte dei due quartieri è rimasta senza corrente. Non un blackout uniforme, ma una mappa irregolare, quasi capricciosa, di civici illuminati e altri completamente isolati. Nel momento di maggiore criticità, quasi 3.500 utenze si sono trovate senza energia.
Il quadro, raccontano i residenti affacciati ai balconi, era quello di una città tagliata in segmenti: la panetteria aperta, il bar a fianco nella penombra; un condominio operativo, quello accanto fuori uso. E quando la luce naturale ha iniziato a calare, alle 16, la situazione era lontana da una soluzione definitiva: 2.000 utenze risultavano ancora senza alimentazione elettrica, mentre i tecnici di Ireti continuavano a lavorare su più fronti.
Secondo le prime verifiche, tutto sarebbe partito da una cabina in via Verdi. Non una struttura marginale: una cabina di media tensione, essenziale per alimentare buona parte della zona e alcune utenze pesanti, tra cui anche la sede RAI. Un malfunzionamento all’interno avrebbe generato uno sbalzo, una sorta di impulso anomalo che si è propagato lungo la rete come un colpo di frusta. Tre cabine di bassa tensione nelle vicinanze non hanno retto l’onda d’urto e sono entrate in protezione, spegnendosi per evitare danni più seri. Da lì, la catena: palazzi spenti, serrande bloccate, il quartiere lentamente risucchiato in un chiaroscuro surreale.

Le squadre Ireti, chiamate a intervenire già dal primo allarme, hanno lavorato per contenere il guasto e riattivare progressivamente i blocchi scollegati. Un’operazione che, spiegano, non può essere immediata: riaccendere tutto allo stesso momento rischierebbe di generare ulteriori sbalzi e aggravare la situazione. Meglio farlo a sezioni, per garantire stabilità alla rete. Ma proprio questa riaccensione graduale ha lasciato quartieri “a strisce di luce”, con qualcuno che vede le lampadine tornare a brillare e altri che restano senza risposta, in attesa di aggiornamenti. Per ora l’azienda non fornisce stime su quando il ripristino sarà totale.
Per i residenti la giornata si è trasformata in un percorso a ostacoli. Chi lavora in smart working ha dovuto chiudere il computer di colpo; chi aveva bambini piccoli ha dovuto arrangiarsi senza ascensore e senza riscaldamento; chi aveva programmato un pomeriggio di commissioni ha trovato caselli elettronici, carte di credito e casse dei negozi completamente inutilizzabili. In diversi locali il blackout ha significato interrompere il servizio: frigoriferi spenti, macchine del caffè ferme, clienti accompagnati alla porta. Piccoli dettagli, che però nel mosaico quotidiano di un quartiere denso come Vanchiglia pesano eccome.
Resta il tema — ben più strutturale — della vulnerabilità della rete. È l’ennesimo episodio che dimostra quanto un guasto posizionato nel punto sbagliato possa produrre effetti a catena in tempi rapidissimi. Una cabina di media tensione che si ferma è un nodo che salta in una rete cittadina già sotto pressione, e il sistema di protezioni automatiche, se da un lato evita danni maggiori, dall’altro amplifica temporaneamente l’area coinvolta. Lo sanno bene gli operatori, lo hanno imparato a proprie spese i residenti, e lo stanno sperimentando — loro malgrado — commercianti e attività economiche che basano tutto, ma proprio tutto, sulla continuità elettrica.
Nel tardo pomeriggio, mentre Torino ritrovava a tratti la normalità e a tratti la sua ombra, restava una domanda sospesa: quanto è robusta la rete elettrica cittadina? Perché un guasto, una cabina, un impulso mal calibrato bastano a dimostrare che il confine tra normalità e caos, in certe zone della città, è più sottile di quanto si voglia ammettere. E oggi, tra Vanchiglia e Vanchiglietta, quel confine è stato superato in un attimo.
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