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Cronaca

Guano di piccioni in centro a Ivrea. Cittadini esasperati (Reel)

Segnalazioni su Municipium, email e PEC ignorate. Il problema non è solo di decoro: rischi per la salute e danni agli edifici, ma dal Comune nessun intervento

Guano di piccioni in centro a Ivrea. Cittadini esasperati

Guano di piccioni in centro a Ivrea. Cittadini esasperati

Guano di piccione da tutte le parti. Sui marciapiedi, sui muri. Siamo in via Luca, traversa di via Arduino a Ivrea. Qui il degrado non si può più ignorare. Da più di due mesi i cittadini segnalano il problema in tutti i modi possibili. Hanno scritto sull’App Municipium, hanno inviato email, hanno persino spedito PEC corredate da fotografie e video eloquenti della situazione. Risultato? Silenzio. Nessuna risposta concreta. Nessun intervento strutturale. Qualcuno si arrangia con secchi e scope, altri sbottano per l’ennesima volta davanti agli angoli di strada ridotti a latrine a cielo aperto. Ma dal Comune non si muove foglia.

E non si tratta soltanto di decoro urbano. Il guano, lo ricordano medici e veterinari, è un pericoloso veicolo di malattie. Nei suoi residui si annidano batteri e funghi che, se inalati, possono causare problemi respiratori anche gravi. Patologie come la criptococcosi o la clamidiosi, trasmesse dagli uccelli, non sono invenzioni da manuale scolastico: sono rischi reali, documentati dalla comunità scientifica.

Accanto al problema sanitario, c’è quello strutturale: gli escrementi corrodono la pietra, rovinano gli intonaci, intaccano infissi e tetti.  La somma di degrado urbano, rischio per la salute e costi aggiuntivi rende la situazione insostenibile.

Eppure, a Ivrea, questo aspetto sembra non interessare a nessuno. Non c’è un’ordinanza, non c’è un piano, non c’è nemmeno un accenno di strategia. La salute pubblica? Un dettaglio, un fastidio burocratico da rinviare a data da destinarsi.

Il paradosso è che non servirebbe inventare nulla di nuovo. In tanti altri comuni italiani, il problema è stato affrontato con ordinanze sindacali che obbligano i proprietari degli edifici a installare i cosiddetti punteruoli o dissuasori anti-piccione. Un sistema semplice, già collaudato, che in molti casi ha ridotto drasticamente la presenza dei volatili.

Insomma, qualcosa si può e si deve fare. Non si tratta di una questione secondaria, ma di tutelare la vivibilità e la salute pubblica di un quartiere. Il Comune non può continuare a voltarsi dall’altra parte mentre i cittadini convivono ogni giorno con una situazione igienicamente pericolosa e visivamente indecorosa.

guano

Dai divieti alle ordinanze: così i sindaci italiani combattono il guano dei piccioni

In molte città italiane il problema dei piccioni e del guano non è più un tema relegato alle lamentele dei cittadini. Diversi sindaci, infatti, hanno deciso di affrontare la questione di petto, firmando ordinanze che mirano a tutelare salute pubblica, decoro urbano e persino il patrimonio artistico.

A Missaglia, in Lombardia, il sindaco Paolo Redaelli nel 2024 ha imposto ai proprietari di edifici la pulizia delle aree imbrattate e l’installazione di dissuasori, come reti e punteruoli, per impedire l’accesso ai volatili. Una misura drastica ma necessaria dopo le numerose segnalazioni arrivate in municipio.

In Urbisaglia, nel Maceratese, il primo cittadino Riccardo Natalini nel 2025 ha introdotto un duplice intervento: divieto assoluto di alimentare i piccioni e obbligo di installare sistemi anti-nidificazione. A supporto, l’amministrazione ha messo in campo anche una spazzatrice elettrica dotata di lancia per la pulizia del guano dalle strade.

Città d’arte come Siena non potevano rimanere indifferenti al problema. Qui il sindaco Nicoletta Fabio, già nel 2023, ha firmato un’ordinanza che obbliga i proprietari e i locatari non solo a pulire regolarmente guano e carcasse, ma anche a disinfestare e predisporre sistemi dissuasori per proteggere il centro storico, patrimonio UNESCO.

Stesso approccio a Gorgonzola, dove nel novembre 2024 è stata emanata un’ordinanza che regola in maniera puntuale il divieto di nutrire i piccioni e l’obbligo di mantenere pulite e disinfettate le aree esposte agli escrementi. Previste anche misure contro parassiti come zecche e acari, spesso collegati alla presenza dei volatili.

Anche Orvieto si è mossa di recente: il 1° aprile 2025 è entrata in vigore un’ordinanza che vieta la somministrazione di mangimi, impone la pulizia e la sanificazione obbligatoria di terrazzi, cornicioni e sottotetti, oltre all’installazione di dissuasori non cruenti. Per chi non rispetta le regole sono previste sanzioni dai 25 ai 500 euro.

Infine, in Liguria, il sindaco di Camporosso, Davide Gibelli, nel giugno 2025 ha annunciato un’ordinanza ad hoc per ridurre la presenza dei piccioni e i danni che provocano agli edifici e alle strade, puntando a ridare decoro e sicurezza alla città.

Il filo rosso che unisce queste esperienze è chiaro: ordinanze precise, obblighi per i privati e controlli sul territorio. Interventi che hanno trasformato un problema cronico in una questione affrontata con pragmatismo. E dimostrano che, quando c’è volontà politica, la convivenza forzata con i piccioni e con il guano non è un destino inevitabile.

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