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Il caso
14 Febbraio 2023 - 17:27
Una delle camere da letto
Una settimana fa eravamo andati dentro l'ex centro di accoglienza per minori di via Madonna dei Poveri 6, a San Mauro Torinese.
Si tratta di una struttura abbandonata da tempo, vandalizzata e distrutta dai teppisti. Proprio per questo, il 26 gennaio, l'amministrazione aveva emesso un'ordinanza per chiedere all'Arcidiocesi di Torino di mettere in sicurezza la casa e chiudere tutte le porte per evitare l'ingresso di sconosciuti.
L'8 febbraio, però, noi eravamo lì e nulla era cambiato. Oggi, tramite una nuova ordinanza, scopriamo che il 3 febbraio l'Arcidiocesi di Torino ha scritto al Comune per chiedere una proroga. Nella nuova ordinanza il Comune, dunque, concede 30 giorni per mettere in sicurezza l'ex centro di accoglienza per minori.
Il Comune chiede la "chiusura scrupolosa di tutti gli accessi (porte e finestre) agli stessi, al fine di impedire l’ingresso a persone estranee", il tutto dovrà essere fatto entro il 3 marzo.
Non è tutto, il Comune, nell'ordinanza, specifica che "la responsabilità di eventuali fatti e/o avvenimenti che possano nel frattempo verificarsi nei due immobili siti in Via Madonna dei Poveri n. 6, distinti a Catasto al foglio 16 mappale 192, sarà totalmente a carico della proprietà"
Chissà forse servirà l'intervento del Papa per rimettere in sicurezza l'ex centro di accoglienza per minori di Via Madonna dei Poveri 6 a San Mauro Torinese. Lo scenario, all'arrivo sul posto, sembra quasi quello di un teatro di guerra, come se fosse scoppiata una bomba e gli ospiti abbiano dovuto abbandonare tutto dall'oggi al domani.
Il centro di accoglienza di via Madonna dei Poveri 6 abbandonato da anni e "aperto" a tutti
La struttura, di proprietà dell'Arcidiocesi di Torino, è ormai abbandonata da moltissimi anni ed è diventata preda di ragazzini e teppisti che, nel corso del tempo, hanno rotto porte, finestre, si sono intrufolati dentro l'immobile e hanno spaccato quasi tutto.
Qualcuno li ha visti anche correre sul tetto. Insomma, uno scenario che richiede un intervento tempestivo per arrivare almeno ad una prima messa in sicurezza.
Dentro l'ex centro per minori c'è ancora di tutto: materassi, vestiti, sedie, tavoli, quadri, divani, libri, computer, qualunque cosa necessaria per vivere.
Il tema, il 30 gennaio, era sbarcato in Consiglio Comunale grazie ad una mozione del consigliere di minoranza, Marco Bongiovanni. L'assessore Ugo Dallolio aveva coì rassicurato tutti: "Domani mattina la Curia sarà presente con un'impresa, l'aspetto della sicurezza è fondamentale, la Curia ha preso l'impegno di sigillare le porte e le finestre più basse. Mi auguro che con la chiusura che sarà rapida si eviterà questo fenomeno".
Ebbene, siamo al 14 febbraio e di questa messa in sicurezza non c'è la minima traccia. Noi siamo andati sul posto mercoledì 8 febbraio, al mattino, e abbiamo constatato come la struttura sia ancora accessibile da più ingressi.
Parliamo di un luogo pericoloso dove sono presenti vetri rotti, sporgenze, finestre divelte, porte distrutte. Un'area che dovrebbe essere messa in sicurezza nel più breve tempo possibile.
Per il momento, però, nulla è stato fatto: né dalla Curia né dal Comune di San Mauro Torinese che potrebbe intervenire, in subordine, nel caso in cui l'Arcidiocesi se ne lavasse le mani, come sta facendo fino ad ora.
Al momento la promessa fatta in Consiglio Comunale, dall'amministrazione e dell'assessore Ugo Dallolio, è stata disattesa. "Domani ci sarà l'impresa"... Sono passati quasi 10 giorni e nulla è cambiato.
Fino a 4-5 anni fa qui vivevano ospitati i migranti minori non accompagnati che arrivavano in Italia. Quando nel 2017 avevamo visitato la struttura l'immobile era gestito dalla cooperativa TerreMondo, entrata nell'ottobre del 2016, quando il progetto partì. Al suo interno erano impegnati una coordinatrice, alcuni educatori, uno psicologo, mediatori culturali, volontari (sanmauresi e non) e un medico che era tenuto a visitare i nuovi ospiti al loro arrivo. All’interno della casa c'erano 24 tra richiedenti asilo e rifugiati, tutti uomini, la maggior parte provenienti dall’Africa (Gambia, Mali, Guinea, Senegal, Somalia, Nigeria) e qualcuno giunto dall’Asia (Pakistan). Nelle camere oggi abbandonate vivevano i migranti, nelle sale più grandi, invece, c'era la mensa, le zona dedicata allo studio della lingua italiana e allo svago.
L'articolo uscito su La Voce nel novembre del 2017
Nel giardino, oggi preda delle erbacce, c'era anche un orto dove ragazze e ragazzi potevano coltivare frutta e ortaggi. Un progetto che non aveva mai creato problemi, tutto funzionava alla perfezione. I problemi sono arrivati dopo quando la "Casa famiglia" per minori stranieri ha chiuso e l'area è diventata preda di teppisti e vandali che, di tanto in tanto, entrano dentro e si divertono a distruggere tutto.
La scritta "Benvenuto" per i migranti, i tanti mobili abbandonati qui
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