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Covid: il 90% della popolazione è vaccinato ma i decessi non diminuiscono

decessi Covid Italia
Venti mesi dopo l’inizio della campagna di vaccinazione di massa, che ha raggiunto oltre il 90% della platea over 12 (50 milioni di italiani hanno fatto due dosi, 40 milioni anche la terza, 3 milioni anche la quarta), il virus Sars-Cov2 continua a circolare, come e più dei due anni precedenti. Per tutti i primi otto mesi del 2022 il numero di “positivi” è stato, ogni giorno, superiore a quello dei due anni precedenti: se nel 2020 (quando il vaccino non c’era) i casi erano stati poco più di 2 milioni, e nel 2021 (a vaccinazioni in corso) circa 4 milioni, nei primi otto mesi del 2022 se ne sono registrati oltre 15 milioni, di cui almeno tre quarti erano persone vaccinate. L’assunto draghiano - che evidentemente non aveva alcuna base scientifica - utilizzato per giustificare l’introduzione del green pass, secondo cui «se si sta tra vaccinati si è sicuri di non essere tra persone con il virus in corpo» è quindi stato ampiamente smentito dai fatti. La vaccinazione di massa, oltre a non aver contenuto la diffusione del virus, non ha neppure avuto effetti positivi sul contenimento del numero di decessi di persone con Covid. Tra giugno e i primi giorni di settembre di quest’anno - con la quasi totalità della popolazione vaccinata, e gli anziani con una o due dosi booster aggiuntive - i morti “positivi” sono stati molti di più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e di due anni fa. L’ultimo dato disponibile è quello del mese precedente a Ferragosto: su oltre 3000 persone decedute con Covid, circa 2500 avevano fatto due, tre o addirittura quattro dosi. A questi dati solitamente si obietta con due affermazioni. La prima è che «il dato è così alto perché vengono conteggiati come morti con Covid anche coloro che già avevano altre patologie»; certo: ma la modalità di conteggio è la stessa dell’anno scorso o di due anni fa (già allora c’erano presidenti di Regione che, per minimizzare, raccontavano che «uno è arrivato all’ospedale per un infarto, ma era “positivo” e lo segnano come morto Covid»), e non spiega il quadruplicamento dei decessi rispetto a quando la campagna vaccinale non era ancora iniziata. La seconda obiezione è che «quest’anno ci sono nuove varianti del virus»; certo: definite dagli immunologi “meno letali” rispetto alla temibile Delta che circolava un anno fa, ma intanto oggi muore più gente (e soprattutto gente vaccinata). Il Piemonte è la regione italiana in cui l’inoculazione della quarta dose è più avanti (siamo al 34% della platea over 60, mentre in Calabria e in Sicilia si è sotto il 9%), e da ieri è iniziata la somministrazione del vaccino bivalente (contro l’influenza stagionale e contro il Covid): in questi giorni viene inoculato agli anziani, agli immunodepressi, al personale sanitario, agli operatori delle Rsa e alle donne in gravidanza, a condizione che siano trascorsi almeno 120 giorni dall’ultima somministrazione.
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