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CHIVASSO. Se uno vuole essere gay...

CHIVASSO. Se uno vuole essere gay...

Clara Marta, candidata a sindaco

CHIVASSO. “Se uno vuole essere gay, può esserlo. Se uno vuole sposarsi con un gay, anche. Però non sono per le manifestazioni o per questi populismi, per le situazioni populiste che per forza bisogna andare in piazza per dimostrare la forza delle coppie gay, che io non ho nulla in contrario anzi ho anche degli amici gay simpaticissimi”.

Questa è un’affermazione della candidata a sindaco della Città di Chivasso per il centro-destra, Clara Marta, durante il dibattito-confronto del 3 giugno 2022 organizzato dal giornale “La Voce”.

Non devono baciarsi e tenersi per mano in pubblico, vanno curati e, se possibile, redenti.

Da sempre la politica italiana dice di non avere “nulla contro gli omosessuali” eppure, da sempre, li discrimina. C’è chi invoca “sobrietà”, chi domanda “discrezione”, chi chiama in causa la Bibbia, chi ricorre a citazioni d’autore. Passano gli anni, cambiano i toni e gli interlocutori ma il risultato resta lo stesso: diffidenza e fastidio, fino all’aggressione verbale e all’insulto.

“Ho molti amici gay” non è solo l’immancabile premessa di rito prima di ogni discorso omofobo, dentro e fuori dall’Aula.

È la storia, succinta e dettagliata, di quanto la discriminazione e il pregiudizio contro gli omossessuali siano radicati nella politica e nella nostra società. Garantendo all’Italia l’infelice primato del Paese con la classe dirigente più omofoba in Europa.

Omofobia è negare un diritto, sottintendendo che è un comportamento sbagliato, nascondendosi dietro ad una “tolleranza” senza capire che non c’è nulla da “tollerare”. Gli omofobi non sono soltanto quelli che picchiano un ragazzino perché omosessuale, o quelli che dicono “che schifo i froci”, o quelli secondo cui due persone dello stesso sesso non possono amarsi e tanto meno possono avere dei figli. Gli omofobi sono quelli che dicono “guarda, io non ho niente contro i gay, però se vedo due maschi che si baciano mi fa un po’ impressione. Che lo facessero a casa loro”, “che possono – per gentile concessione - essere gay” ma non devono ostentare la loro omosessualità con pubbliche manifestazioni…appunto, che lo facciano a casa loro, che si nascondano. Gli omofobi sono quelli che davanti ad una discriminazione o davanti a una battuta cattiva e omofoba non si incazzano.

Ci si dice tolleranti? Beh, ho una notizia: non si è tolleranti, si è omofobi! Perché non c’è niente da tollerare, non c’è niente da accettare: l’amore è amore!

Preoccuparsi per i diritti degli altri non è buonismo, ma significa preoccuparsi dei propri. Perché i diritti non sono in competizione ma in cooperazione, si sommano. Sono i privilegi, invece, che sono in competizione tra loro, si elidono a vicenda: o a te o a me. Quindi, preoccuparsi anzi, meglio, occuparsi dei diritti di qualcuno è occuparsi dei diritti di tutti, è occuparsi di costruire una comunità migliore in cui vivere tutti. E, per cortesia, risparmiateci la retorica del “ci sono cose più importanti”.

Marco Riva Cambrino

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