Si salvi chi può: un altro Natale con il coprifuoco? Aumentano i contagi da Covid e il Piemonte, da lunedì, passa in zona gialla. Non se la passano bene gli ospedali dell'Asl To4. In queste ore si è deciso di aumentare i posti letto dedicati ai malati in terapia intensiva riportandoli ai numeri dello scorso anno. E non potrebbero essere di più considerando che di lavori se ne sono fatti pochi, quasi niente, nel pressoché totale silenzio della Conferenza dei sindaci, del presidente della conferenza dei sindaci e dei sindaci, in gruppo o presi uno a uno, impegnati come sono stati a litigare per tutt'altro. Tornando ai posti letto, per le intensive, a Ivrea se ne riusciranno a mettere a disposizione 8, riducendo a 2 i posti letto per le altre terapie. Si aggiungeranno (anzi no, si sono già aggiunti) altri 10 postazioni (ampliabili a 16) per i malati di media intensità nel reparto ex week surgery. A Cuorgnè, per la media intensità, è stato riconvertito un intero reparto di lungodegenza con 10 posti letti, ampliabile a 16. A Chivasso, al momento, ci sono 16 posti letto per la media e alta intensità, ma sarà necessario riconvertire l'area Day Surgery (10 posti letto) per la bassa intensità. A Settimo Torinese, per la bassa intensità, sono stati ricavati 26 posti letto Infine a Ciriè sono stati convertiti 20 posti letto, dei 41 disponibili, di un'ala della Medicina. Se necessario è prevista la riconversione in posti letto COVID di tutto il reparto di Urologia (13 posti letto) di cui 5 già sono stati attivati per la bassa/media intensità. Infine si è previsto di occupare 25 posti letto all'ospedale di Lanzo per malati di bassa intensità e ne sono già stati occupati 13. Per il momento l'attività chirurgica continuerà in tutti gli ospedali pur ridotta al lumicino.
L'avviso del Nursind
Insomma, commenta amaro il Nursind (sindacato delle professioni infermieristiche) un altro Natale in prima linea per gli infermieri "stanchi e provati sul piano psicologico oltre che fisico, decimati maggiormente rispetto alle altre volte, dai sospesi, dai contagiati, da chi ha deciso di lasciare questo lavoro , dalle mutue di gente che non ce la fa più, oltre alle mancate assunzioni....". A parare il colpo saranno di meno rispetto a qualche mese va. "Non abbiamo una vita da due anni e ancora non è finita - si lamenta Francesco Coppolella - Questa incertezza, improvvisazioni e modo di operare incidono in maniera importante sulle nostre teste e sulle nostre motivazioni. Salteremo nuovamente le nostre ferie, lasceremo la nostre famiglie, i nostri figli e i nostri genitori mentre il parlamento non è ancora riuscita a darci, l’indennità specifica, gli 80 euro lordi al mese promessi già nella finanziaria del 2020 e che dovevano essere dati già a partire dal 2021 non ancora visti. Non è solo una questione di soldi ma di riconoscimento che non vi è stato. La sufficienza con la quale il ministro Brunetta ha detto in parlamento che gli infermieri possono aspettare è vergognosa oltre che poco dignitoso. Mancanza di rispetto e di poca attenzione verso una categoria che ha dato l’anima, il cuore e anche la vita e ancora oggi ne sta dando prova. Ogni volta, rimettiamo a posto le cose come se non dovesse più accadere e non ci preoccupiamo di scrivere un piano da poter mettere in atto al ripresentarsi della situazione. Sappiamo che le situazioni evolvono ma la necessità di accesso, di posti letto, di percorsi rimane la stessa...". Infine un "avviso". "Se la legge di bilancio non darà un segnale di attenzione alla nostra categoria - passa e chiude il Nursind - questa volta chi governa si assumerà la responsabilità di uno sciopero che fermerà gli infermieri di tutta Italia e non si potrà certo dire che gli infermieri non sono stati pazienti. La disponibilità non sarà più la stessa perché in cambio abbiamo ricevuto solo parole al vento."
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