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27 Novembre 2019 - 12:39
Non è la prima volta che espongono insieme. L’hanno già fatto in maggio di quest’anno a Rivoli nella secentesca chiesa di Santa Croce. Lei nella sua provincia torinese e lui nella sua terra d’adozione dove si trasferisce fin da piccolo con la famiglia dalla Calabria. Un sodalizio artistico dovuto anche alle origini familiari di Cerabona da Bagnara Calabra, e che qui hanno trovato una prima simbiosi ora più attiva nel ritrovarsi nella simultaneità di due mostre nel Palazzo Einaudi di Chivasso.
La scelta impostata è quella antologica per Siclari, precisando attenzione particolare sugli anni trascorsi in una pittura che ha sempre dato occasione di meraviglia, e connessi anche alla sperimentazione nella disamina che pondera nel mantenere competenze consumate nell’assiduo lavoro e successive rappresentazioni. “Ne risulta - scrive in catalogo il critico d’arte Andrea Barretta - per lui un’analisi a più volumi e una verifica plurale in atti inventivi di oli sapientemente stesi nell’abilità di uno stile che non tralascia nulla d’intentato per il raggiungimento di nuove impressioni, e lo possiamo notare nelle finestre che apre su tele come quadro nel quadro in trasparenti arie, prospettive di silenzi che urlano la proporzione che si fa nitore. In senso positivo, non c’è mistero ma tutto è chiaro e intelligibile”.
Per il “maestro”, dunque, la premessa di un percorso che è anche intellettuale e non soltanto artistico, a generare un colloquio intimo sull’emozione che s’accomuna con l’accorta osservazione della natura e di quanto ci circonda nel quotidiano. Per “l’allieva” una sua cifra estetica portata avanti da sempre, praticando il nero come incarnato nei suoi lavori a tecnica mista o a tampone, oppure oli e acquerelli su tela e carta.
Ancora insieme già dal titolo: “Il maestro e l’allieva”, dove ci ritroviamo davanti a una sorta di silloge per Cerabona e in una piena e importante presenza per Francesco Siclari che racconta circa sessant’anni di determinazione ad essere pittore. “E a risaltare - commenta ancora Barretta - sono i suoi cromatismi accentuati dalla stesura di pigmenti su tele che convertono la pittura storicizzata, in una sintesi che racchiude un’impronta convenzionale in un pensiero proprio, nell’idea di un andamento artistico nell’eccezionale carattere che prova sensibilità e conoscenza, nelle tematiche preferite dei paesaggi cui aggiunge nature morte, fiori e figure (splendidi gli autoritratti)”.
La mostra “Il maestro e l’allieva” si terrà a Chivasso presso Palazzo Einaudi, dall’1 al 15 dicembre 2019 e sarà curata dal critico d’arte Andrea Barretta. Realizzazione catalogo di Francesco Gioffrè
Orari: 10 - 12,30 e 15 - 19,30 tutti i giorni compresi festivi
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