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18 Marzo 2014 - 09:37
Si sommano i processi legati al naufragio del Consorzio Asa. Lunedì mattina il Presidente dell' ex Azienda Canavesana Ambiente con sede a Castellamonte, Emidio Filipponi (difeso dagli avvocati Pio Coda e Leo Davoli), si è dovuto presentare per l'ennesima volta in Tribunale, imputato, questa volta, per violazioni fiscali ravvisate nel periodo tra il 2008 e il 2010, in qualità di amministratore del ramo Asa Servizi. Il Pubblico Ministero Roberta Bianco contesta il mancato pagamento delle tasse ed inoltre l'utilizzo, nel 2007, di crediti Iva non spettanti o inesistenti.
In aula, l'altra settimana, sono sfilati i testimoni della difesa per ribadire le condizioni in cui versava all'epoca Asa, tanto da essere poi commissariata. Il consulente fiscale Giorgio Zoffi ha ricordato che "la situazione finanziaria era rapidamente precipitata e nel 2008 le disponibilità erano pressochè inesistenti, tanto che il bilancio 2009 non era stato nemmeno redatto".
"La potenzialità economica – ha aggiunto il consulente – poteva sussistere, ma non la capacità finanziaria: il valore patromoniale era rappresentato da un forte investimento sul teleriscaldamento che però risentiva di problemi di finanziamento da parte delle banche". Allora i crediti di natura commerciale per servizi verso Comuni o utenti (per via dell'istituzione della Tia) ammontava a circa 12milioni di euro. Circostanza confermata dall'ex direttore di Asa Servizi Lorenzo Ardissone.
"La situazione – ha riferito quest'ultimo davanti al giudice Claudia Colangelo – era diventata tumultuosa per enormi problemi di cassa. Si pagava il carburante dei mezzi, l'azienda che veniva a portare via il percolato quando pioveva troppo, gli stipendi dei dipendenti che erano da milla euro al mese, l'indispensabile per non interrompere il servizio e non generare problemi di ordine pubblico. Da quattro anni e due mesi non lavoro più lì". L'avvocato Davoli ha posto l'accento sul fatto che nell'assemblea, che nominava il Consiglio di Amministrazione, era seduti gli stessi creditori di Asa.
"In carenza di risorse verificavamo di volta in volta le priorità – ha aggiunto Grazia De Simone, impiegata amministrativa dal '97 all'ottobre 2003 -. Per il direttore la prerogativa era pagare gli stipendi e i contributi, dar da mangiare alle famiglie, anche per evitare eventuali scioperi. Dal 2006 Filipponi aveva anche deciso di non farsi rimborsare i Km che percorreva. Si cercava di pagare il minimo possibile". Sull'utilizzo del credito Iva si è scusata: "è un errore che ho commesso, confondendo i codici tra il credito Iva ed un credito che avevamo sul teleriscaldamento".
Filipponi renderà l'esame all'udienza del prossimo 20 ottobre, fissata per la discussione.
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