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CASALBORGONE. Più treni, più autobus, più caviale e più champagne...

Scusate, in tempi di Covid bisognerebbe essere compunti, e non lasciarsi andare alle facezie. Però fa anche bene distrarsi un po’, sia pure rispettosamente. In un’intervista di un paio di settimane fa il Sindaco di Casalborgone è tornato sul tema della linea ferroviaria Chivasso-Asti e della sua esilarante plastificazione e trasformazione in pista ciclabile, per un costo stimato in soli 35-40 milioni di euro, facendo considerazioni relative sia alla mobilità e ai trasporti sia al turismo. Il sei ottobre il Consiglio comunale di Casalborgone ha deliberato grosso modo in merito al medesimo argomento.

A proposito sia dell’intervista sia della delibera vorrei qui rilevare qualche elemento di contraddizione e perplessità, che magari offrirà al Sindaco e alla sua maggioranza l’opportunità di spiegarsi meglio. Alla fine, lavoro per questa amministrazione più di quanto non si creda!

Nell’intervista il Sindaco dice che la ferrovia è oramai un cumulo di rovi e che bisogna realisticamente prenderne atto. I lavori di ripristino sarebbero difficili e troppo costosi, insomma il rapporto costi-benefici sarebbe negativo. Si disboscano, purtroppo, a ritmi impressionanti le foreste amazzoniche e sarebbe un’impresa titanica ripulire dai rovi un sedime ferroviario? Per fare la ciclabile non si dovrebbe in ogni caso ripulire, liberare il sedime dal cumulo di rovi? Ma poi: cosa debbo sentirmi dire da un amministratore fieramente “Sì Tav”, immortalato in piazza Castello a Torino mentre regge il suo bel cartello “Casalborgone” alla manifestazione très chic delle madamine! Va bene, è “realistico”, scavare le montagne per fare chilometri di galleria, spostare non so quante tonnellate di smarino, pur sapendo che le analisi di previsione di corto, medio e lungo periodo dicono che non ci sarà mai traffico di merci che possa almeno economicamente giustificare tutto questo, mentre non è realistico liberare dai rovi cinquanta chilometri di ferrovia?

Non è un po’ contraddittorio? Faccio ancora una domanda, questa volta sulla mobilità individuale, che nell’intervista il Sindaco, con lo sguardo puntato dritto sul futuro, vede svilupparsi mediante le bici con pedalata assistita, i monopattini elettrici e cose del genere. Anche io mi immagino frotte di studenti, di lavoratori e magari anche di pensionati che in queste mattine di nebbia, ormai freddine, cavalcano bici e monopattini, nell’entusiastica attesa di poterli fra poco provare su neve e ghiaccio. Dove sta il realismo e dove il sogno a occhi aperti?

C’è infine nell’intervista l’immancabile mantra del turismo, che la ciclabile in plastica (già, la plastica, questa grande innovazione tecnologica! Mi viene in mente Gino Bramieri quando faceva la pubblicità del moplen...) favorirebbe perché permetterebbe di apprezzare il nostro territorio “meraviglioso”. E a questo punto il Sindaco non può mancare di richiamare le venti attività turistico-ricettive, di cui ben sedici sorte di recente a Casalborgone. Un vero e proprio boom turistico: le attività si sono addirittura quintuplicate. Venti famiglie, afferma il Sindaco, che integrano il loro reddito con queste lucrose attività. Ma quanto redditizie sono davvero queste attività, caro Sindaco? Che ricadute economiche complessive hanno sul territorio? I ristoranti sono pieni? Si assume personale? Ci dia qualche numero di questo “tutto esaurito” che mi sfugge, perché dal Leu la mia impressione è che di turisti (di turisti sul serio, non di un pugno di concittadini o di residenti nei comuni limitrofi che vanno a passeggio come se fossero turisti) anche quest’estate se ne siano visti pochini. A scanso di equivoci: era così anche prima della pandemia. Magari la mia impressione è sbagliata e i numeri mi daranno torto: nel caso, chiedo anticipatamente scusa.

Vengo infine, brevemente, alla delibera approvata dal Consiglio comunale. Dopo la lezione di realismo dell’intervista e la vittoria dei rovi su tutta la linea (metaforica e ferroviaria), qui invece si chiede tranquillamente la luna, senza scomporsi neanche un po’. In quest’ordine si chiede infatti: a) di impegnare il Sindaco e la Giunta Comunale a sostenere la volontà espressa dalla Regione Piemonte di riqualificare la linea Asti-Chivasso con la realizzazione di una pista ciclabile che non precluda strutturalmente una futura riattivazione del servizio ferroviario o, in alternativa, di inserire la ferrovia nel progetto “treni storici in Piemonte”, ai sensi della legge 128/2017; b) di impegnare il Sindaco e la Giunta Comunale a chiedere alla Regione Piemonte e all’Agenzia della mobilità piemontese di riorganizzare il servizio di trasporto su gomma dalla Città di Chivasso ai Comuni della Collina con l’istituzione di una nuova linea autobus Chivasso - Cavagnolo e diramazioni, con passaggi di autobus ogni ora per senso di marcia e rinforzo negli orari di punta; c) di impegnare il Sindaco e la Giunta Comunale a ribadire l’opportunità che non venga escluso un futuro ripristino

dell’esercizio ferroviario con treni o metrò leggeri nel tratto tra Chivasso e Brozolo, in base alle strategie di programmazione definite dalla Regione Piemonte. Bus ogni ora per senso di marcia, ma anche più frequenti nelle ore di punta, sulla Chivasso-Cavagnolo e diramazioni (se intendo bene, un bus ogni ora anche da e per la “diramazione” Casalborgone...mica bruscolini!). Pista ciclabile sì, ma senza precludere la futura riattivazione della Chivasso-Asti. Oppure, perché no? Treni storici. O preferite metrò leggeri fra Chivasso e Brozolo? Dite, che cosa vi intriga di più? E’ vero, manca la richiesta di champagne e caviale per tutti. Ma per questo dovrete forse avere la pazienza di attendere la prossima delibera. Chissà mai. Tra le brume delle nostre colline nulla è mai prescluso e tutto può sempre, all’improvviso, magicamente accadere.

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