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Settimo Torinese. Dehors

Settimo Torinese. Dehors

Dehors, foto d'archivio

Sono trascorsi più di 10 anni da quando un noto personaggio politico locale, erede della Democrazia Cristiana e soprannominato il “Cardinale” da alcuni suoi amici, arrivò furente nell’ufficio del Sindaco per chiedere conto dell’allargamento (effettivamente un po’ eccessivo) del dehors fisso del Petit Bar in Piazza San Pietro in Vincoli. C’era, come precedente, il dehors fisso autorizzato dal sindaco Ossola al Caffè della Torre ma rischiai lo stesso la crisi di Giunta in quanto, riprendendo le argomentazioni di “alto livello” di allora, “sulla piazza del Comune fate come volete ma sulla piazza della Chiesa no”. Fui pertanto costretto, dalla realpolitik, ad istituire una Commissione consigliare per la redazione del “regolamento dei dehors”. Il compromesso stilistico si ottenne riducendo la superficie del dehors del campanile, che venne segato per circa un terzo, mentre rimase immutata l’autorizzazione del dehors “laico” della Bar della Torre. I protagonisti di questo breve aneddoto di storia locale ebbero poi diverse occasioni per intrecciare le proprie esistenze. Il Cardinale (di cui si conserva l’anonimato) rimase tale, seppure anche lui costretto ad adeguarsi al cambiamento del parroco che amava pranzare e fare merenda proprio nell’altro dehors davanti al sagrato; la “barista” divenne prima assessora, vicesindaca (con delega al complotto) e poi Sindaca; il “mediatore” e “stilista” da me delegato a presiedere la Commissione Consigliare dehors e che salvò capra e cavoli, si chiamava Fabrizio Puppo (anzi, si chiama ancora così) e divenne Sindaco della Città qualche anno dopo per poi essere messo da parte dal suo partito, il PD a trazione renziana.   Pensate quante storie a volte nascondono le cose.  Oggi, nella nuova era, i dehors si sono moltiplicati ma già prima, dopo il Regolamento Puppo, vennero autorizzati e ampliati i dehors del Blanco, della Meridien in piazza Vittorio e, sedia dopo sedia si riempì la città di luoghi gradevoli di sosta. A contenere l’ondata erano i costi di installazione, di autorizzazione, di TARI (la tassa rifiuti applicata anche su quelle superfici), di TOSAP (la tassa di occupazione suolo pubblico). Un posto in un dehors a Settimo costava mediamente un 15 - 20% in meno che un posto simile in una zona intermedia di Torino (anche se la tassa rifiuti incideva moltissimo). Ma i settimesi mostravano di gradire questo modo di consumare il caffè (e non solo) e di socializzare. Gli spazi erano frequentati e i costi si pagavano con i maggiori ricavi. Tutti guadagnavano qualche cosa, gli avventori, gli esercenti e il Comune. Poi venne la pandemia preceduta di qualche mese dalla nuova Giunta tutta “chiacchiere e distintivo”. Gli esercenti vennero da prima illusi dalle promesse di riduzione fiscale dell’assessora al commercio e di mirabolanti azioni di marketing della nuova amministrazione e poi svuotati da un’epidemia che lasciò tutti barricati in casa.   Il nuovo stile “Penelope” (fa e disfa) venne sperimentato su vasta scala spendendo oltre un milione di Euro pubblici per la pedonalizzazione dei tratti finali di via Italia e, in carenza di idee per il rilancio del commercio, i nuovi spazi si trasformarono in dehors che, causa Covid, erano per legge concessi in modo gratuito. La misura nazionale di sostegno al commercio locale fortemente provato dal lock down, venne applicata, a differenza di quanto accadeva in molti altri Comuni, solo parzialmente. L’esenzione della Tassa Occupazione Suolo Pubblico non era accompagnata a Settimo da una analoga misura per quanto riguardava la Tassa Rifiuti così che i metri quadri aggiuntivi per molti esercenti si sono trasformati in significativi debiti da versare al Comune. A questa storia si è ora aggiunto un nuovo capitolo. In mancanza di altre precipitazioni a Settimo sono piovute multe. Oltre 40 sono gli esercenti che si sono visti recapitare avvisi di accertamento sui dehors considerando che la pandemia è (in teoria) finita e la Legge che imponeva ai Comuni la gratuità è giunta a scadenza il 30 giugno.  Mentre l’Assessora al Commercio (e ai selfie) a Settimo preparava accertamenti e multe, Torino pubblicava sul suo sito: “Si informa la gentile utenza che a seguito della prossima scadenza dell’occupazione straordinaria di suolo pubblico del 30 giugno 2022, la Città, in applicazione degli Artt. 10-ter e 22 quater della Legge n. 51 del 20 maggio 2022 al fine di promuovere la ripresa delle attività danneggiate dall’emergenza epidemiologica da COVID-19, pubblica la modulistica e le indicazioni per il prosieguo dell’occupazione straordinaria e le disposizioni circa la modalità di presentazione delle istanze di concessione di suolo pubblico per l’allestimento di dehors a partire dal 01/07/2022 fino al 30/09/2022.” Spero che questo breve ricordo serva a far tornare la memoria alla Sindaca a quando, per dirla con le parole del noto regista locale soprannominato il “vate” lei “era solo una barista di provincia”.
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