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Il green pass “rafforzato” è più debole di quello “base”

Il green pass “rafforzato” è più debole di quello “base”
Ancora per tutto il mese di marzo (per i successivi una decisione non è ancora stata presa) il Governo ha deciso che verranno mantenute le restrizioni per chi non è dotato di super green pass, altrimenti detto “green pass rafforzato”. Niente accesso ai mezzi di trasporto pubblici, a bar e ristoranti, alberghi, sale conferenze, musei, ecc.; domenica scorsa, poi, alle fagiolate carnevalesche organizzate in numerosi paesi si poteva accedere - all’aperto, per portar via i fagioli - solo se in possesso di green pass rafforzato: ordine della Prefettura. E’ forse il caso di riflettere su quanto sia truffaldino, nei decreti sulle misure anti-Covid, l’uso del termine “rafforzato”. Nell’ultimo mese, su 2,1 milioni di nuove diagnosi di Sars-Cov2, più di 1,6 milioni hanno riguardato persone in possesso di green pass rafforzato. Tutta gente bi- e tri-vaccinata, che non faceva tampini da mesi, e che - a seguito del manifestarsi di sintomi - è risultata “positiva” al test. Solo mezzo milione, invece, i “positivi” non vaccinati (e quindi senza super green pass, o con green pass “base” fino a 48 ore prima del tampone). Se in questo momento mi proponessero di andare a cena con una persona, e mi ponessero di fronte all’alternativa «preferisci che abbia il green pass “base” o il “super” green pass?», sicuramente sceglierei quella con il “base”: perché ha fatto un tampone “negativo” da meno di 48 ore, e quindi c’è maggiore probabilità che non sia portatrice del virus rispetto a una persona che ha il green pass “rafforzato” e quindi non fa più alcun controllo da tre o quattro mesi.  Continuare a negare l’accesso a luoghi chiusi (ma anche aperti: v. le fagiolate) a chi non ha il super green pass è quindi, dal punto di vista sanitario ed epidemiologico, un’assurdità. E infatti se ne sono resi conto in molti ospedali e case di riposo, dove anche se mostri il super green pass ti fanno un tampone prima di entrare, perché il green pass “rafforzato” non garantisce affatto che il detentore non sia portatore del virus. “Rafforzato”, dunque, una cippa: quel documento, cartaceo o sul cellulare, rafforza solo una cosa: la convinzione che il Governo ha introdotto uno strumento discriminatorio, e continua a prorogarne la validità anche se non ha alcun senso. E così i locali in cui si mangia e si beve, le scuole, le palestre, gli alberghi pullulano di vaccinati “positivi” (con super green pass d’ordinanza), che contagiano e si contagiano: 1,6 milioni di nuovi infetti grazie all’assurdo lasciapassare del Governo.  (u.l.)
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