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Continua la discriminazione dei non vaccinati ma 4 “positivi” su 5 hanno il super green pass (e contribuiscono a portare il virus ovunque)

Continua la discriminazione dei non vaccinati ma 4 “positivi” su 5 hanno il super green pass (e contribuiscono a portare il virus ovunque)

Green Pass

Quello di gennaio 2022 è stato il mese in cui, dall’inizio della pandemia, in Italia il virus Sars-Cov2 - principalmente nella sua variante Omicron - ha contagiato il maggior numero di individui: si è arrivati fino a 2,7 milioni di persone “positive” contemporaneamente. Tutti non vaccinati? Macchè: da settimane i bollettini dell’Istituto Superiore di Sanità certificano che la maggior parte dei contagiati è vaccinato con doppia e tripla dose; tra il 7 gennaio e il 6 febbraio, su 3,5 milioni di casi di Covid diagnosticati, oltre 2,7 milioni (circa 4 su 5, quindi) erano persone vaccinate. Che i detentori di super green pass - rilasciato al completamento del ciclo vaccinale - possano essere contagiati e contagiosi è quindi un’evidenza scientifica ormai incontrovertibile. E’ inoltre assai probabile che tra i vaccinati ci siano altri milioni di infetti dal Covid con sintomi di scarsa rilevanza, che non vanno a “tamponarsi” e che quindi non entrano nelle statistiche. In giro, insomma, ci sono milioni di “positivi” inconsapevoli che entrano ovunque mostrando il loro super green pass.
In discoteca entri solo se hai la mascherina... ma puoi toglierla per ballare
Il Governo, però, della scienza se ne frega, e continua a mantenere in vigore norme che - deliberatamente - discriminano i possessori di super green pass dagli altri. A ben guardare, la stessa definizione di green pass “rafforzato” (quello dei vaccinati) rispetto a quello “base” (quello dei “tamponati negativi”) è truffaldina: perché chi ha fatto un tampone da meno di 48 ore è più sicuro di essere “negativo” rispetto a chi, essendone esentato grazie alla vaccinazione, non lo fa da due o tre mesi. Eppure chi ha il green pass “rafforzato” può andare ovunque, mentre a chi ha «solo» quello “base” sono vietate moltissime attività. Più passano le settimane, insomma, più risulta chiaro che il sistema di lasciapassare introdotto dal Governo non ha nessuna efficacia nel contrastare la diffusione del virus: proprio perché il “contenimento” attuato mediante il super green pass si è dimostrato un colabrodo. E infatti molti Paesi europei che avevano adottato il super green pass sulla falsariga dell’Italia l’hanno presto dismesso perché rivelatosi controproducente. Prendiamo ad esempio i mezzi di trasporto: aerei, treni, autobus, ecc., utilizzabili solo da chi è in possesso di green pass rafforzato. Se salisse un infermiere e, durante il viaggio, sottoponesse a tampone tutti i passeggeri, sicuramente ne troverebbe qualcuno “positivo” (che, in spazi così angusti, facilmente ne contagia altri). A chi invece ha il green pass base avendo fatto un tampone “negativo” soltanto qualche ora prima... non è permesso salire. Oppure pensiamo a quanto sta accadendo per l’accesso di parenti dei ricoverati alle rsa, alle strutture socio-assistenziali, hospice, ecc.: la norma prevede che possano entrare - senza fare un tampone di controllo all’ingresso - coloro che hanno fatto la terza dose di vaccino. E siccome nell’ultimo mese in Italia sono risultati “positivi” oltre 730 mila soggetti che la terza dose l’avevano fatta, si capisce perché continuino ad esserci così tanti casi di Covid nelle case di riposo, e chi sia a portar dentro il virus insieme al lasciapassare. L’apice dell’assurdo, poi, è nei bar e ristoranti: se hai fatto un tampone “negativo” da cinque minuti non puoi nemmeno bere un caffè seduto da solo a un tavolino all’esterno, ma se hai il super green pass (e non fai tamponi da tre mesi, e sei inconsapevolmente “positivo”) puoi tranquillamente accomodarti a una tavolata all’interno con altre venti persone e contagiarle tutte, con la benedizione del Governo. Idem in palestra, in piscina, alle terme, ai centri benessere, al cinema, a teatro, ecc.: porte aperte e tappeto rosso ai possessori di super green pass (anche se “positivi”: «massì, tanto sono vaccinato...»), mentre chi ha appena fatto il tampone ed è “negativo” non può entrare. Nelle discoteche e nelle sale da ballo, poi, i detentori di green pass rafforzato - solo loro, “negativi” o “positivi” che siano - entrando devono indossare la mascherina, ma poi - quando l’ho letto non ci credevo - possono togliersela se bevono un drink o sgranocchiano qualcosa e quando ballano in pista: la festa del contagio, insomma, grazie a una normativa scritta evidentemente da qualche psicopatico. Il problema, però, non sta in chi scrive queste incredibili leggi. Sta in chi le approva - il Parlamento, più volte, a larghissima maggioranza - e soprattutto in chi le accetta senza fiatare e le applica quotidianamente. E’ chiaro che siamo di fronte a norme antiscientifiche (che, come si è visto, non hanno alcuna giustificazione epidemiologica e che non fermano in alcun modo la diffusione del virus) e volutamente discriminatorie, ma - come è già accaduto più volte nella storia - quando la maggioranza silenziosa è addomesticata dalla propaganda è più facile fare in modo che le minoranze vengano escluse dal consesso sociale ed espulse dalla comunità. Poi, anni dopo, con rammarico e contrizione, ci si chiede come sia stato possibile.
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