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17 Settembre 2020 - 16:39
E’ una stele in ceramica alta 4 metri e trenta e dalla sua parte sommitale emergono due teste, collocate su lati opposti e raffiguranti due differenti volti del personaggio da celebrare. Simile dunque ad un Giano bifronte (è questo il parallelo che viene alla mente) ma solo all’apparenza: i due volti di Costantino Nigra – quello del geniale diplomatico e quello del letterato e studioso - erano differenti ma non in contrasto fra loro.
L’opera di cui parliamo, installata in Piazza Martiri della Libertà a Castellamonte ed inaugurata sabato 12 settembre mentre risuonavano le note della Filarmonica cittadina, è stata realizzata dal ceramista Roberto Perino su incarico dell’ “Associazione Culturale Costantino Nigra” presieduta da Roberto Favero. All’iniziativa hanno collaborato il Lions Club Alto Canavese ed il Comune di Castellamonte. La presidente di Confindustria Canavese Patrizia Paglia è stata la madrina della manifestazione, alla quale hanno preso parte fra gli altri il Commissario prefettizio Silvana Elena Coviello, i primi cittadini di alcuni dei comuni vicini (mentre i candidati a sindaco della città se ne stavano inevitabilmente mischiati tra la folla), il parroco don Angelo Bianchi che ha impartito la benedizione ed anche un discendente ed omonimo di Nigra.
Numerosi gli interventi di studiosi ed appassionati della figura di Costantino Nigra che, lungi dal limitarsi a frasi di circostanza, hanno delineato in modo sintetico ma efficace i tratti salienti della sua personalità e della sua lunga e felice carriera. A cominciare dall’ex-parlamentare Gianfranco Morgando, che ha ricordato come il mondo della Diplomazia fosse allora appannaggio della classe dominante: il giovane Nigra, figlio della piccola borghesia provinciale, vi poté accedere grazie alla lungimiranza di Cavour ed al clima di rinnovamento che si respirava alla corte sabauda negli anni cruciali fra le prime due Guerre d’Indipendenza.
Edoardo Greppi, ordinario di Diritto Internazionale alla Facoltà di Giurisprudenza di Torino, ha sottolineato come il suo momento di maggior gloria fosse stato proprio quello iniziale: dopo la morte di Cavour “non era più il Nigra di prima”. Nerio Nesi, ex-ministro ed ex-presidente della Banca del Lavoro, ne ha sottolineato la dirittura morale e l’incorruttibilità; Massimo Spinetti, presidente e socio fondatore dell’Associazione Nazionale Ambasciatori a Riposo ha messo in luce il suo rigore e la sua capacità di mettere in secondo piano le proprie convinzioni più profonde pur di scongiurare incidenti diplomatici: un paragone impietoso con tante situazioni odierne. L’inaugurazione, prevista in concomitanza con la Mostra della Ceramica (prima ridimensionata poi annullata causa Covid) è stata fissata in settembre per farla coincidere con i centocinquant’anni della “Presa di Roma”. Per tre giorni è stato anche possibile visitare le botteghe dei ceramisti castellamontesi.
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