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CHIVASSO. Altro abuso edilizio in via Mezzano: i carabinieri bloccano il cantiere

Quando sono arrivati i carabinieri della stazione di Chivasso, il terreno era appena stato riempito di laterizi, per lo più ferro e plastica, e coperto con la ghiaia. Su quell’appezzamento, sulle carte identificato ad uso agricolo, in via Mezzano, in aperta campagna, una famiglia di nomadi sinti avrebbe voluto realizzare un immobile. Ovviamente abusivo.

I militari, su segnalazione del sindaco Claudio Castello, sono intervenuti sabato mattina e hanno fermato tutto. La proprietaria del terreno, Irma Delagarie, 21 anni, di Torino è stata denunciata per abuso edilizio e smaltimento illecito di rifiuti speciali non pericolosi. La denuncia in concorso è scattata anche per la ditta che stava eseguendo i lavori. Un nuovo abuso edilizio stava dunque per essere perpretato in via Mezzano.

Solo lo scorso mese di giugno il Comune di Chivasso, dopo un processo durato cinque anni in cui si era costituito parte civile, aveva vinto una causa e ottenuto un risarcimento danni di 20 mila euro per un edificio abusivo in via Mezzano. Due le persone condannate.

Con una sentenza del Giudice Elena Stoppini del tribunale di Ivrea, due chivassesi  sono stati infatti condannati ad un anno di reclusione a testa ed al pagamento di un’ammenda di 10 mila euro, sempre a testa, per abuso edilizio. Inoltre il Tribunale ha liquidato in favore del Comune di Chivasso, costituitosi parte civile nel processo, un risarcimento provvisionale di 20.000 euro e disposto l’abbattimento dell’immobile abusivo, situato in via Mezzano e costruito su un’area agricola.

La vicenda risale a settembre 2015 quando dopo diversi sopralluoghi da parte della Polizia Municipale e dei Carabinieri, l’Ufficio Tecnico aveva appurato che la costruzione non aveva alcun titolo edilizio nè istanza di sanatoria ed essendo costruita in zona non edificabile non rispettava il vigente Piano Regolatore.

E’ evidente che lavorare per educare alla legalità ed al rispetto delle regole è un importante investimento culturale a beneficio del futuro dei nostri giovani - aveva commentato il sindaco Claudio Castello -. Un futuro che deve preparare la società a creare gli anticorpi necessari a respingere e proteggere la nostra organizzazione sociale dagli attacchi sempre più insidiosi della criminalità organizzata e del malaffare. In Italia, purtroppo vi è ancora uno spirito di mafiosità diffuso, una corruzione inaccettabile ed imbarazzante nella pubblica amministrazione e nella politica. Una situazione che non ci fa onore e che porta gli investitori lontano dai nostri territori. Dobbiamo ancora impegnarci molto ma i risultati alla fine ci sono, come in questo caso”.

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