Non posso nascondere la mia delusione più a lungo. Non uno, dico uno, che si sia degnato di domandarmi con cortese sollecitidine, quale fosse l'origine degli Anscaridi, la stirpe dei marchesi di Ivrea. Ebbene, non crediate che questa vostra superficialità possa indurmi a rinunciare al rendervi immeritatamente edotti. Tadah: Anscario primo! Un coup de théâtre difficilmente eguagliabile. Era egli un nobile Franco, da non confondere con me che, ancorché nobile, sono Franco solo nominalmente. Proveniente dalla Borgogna, quindi considerato un provincialotto, finì con l'imparentarsi con Guido di Spoleto, insomma tutta vita! Peraltro Anscario aveva un fratello di nome Guido, giusto per non capirci più un cazzo. Il nostro eroe eporediese appoggiò l'altro Guido, quello che non era suo fratello, ma forse cugino, oppure cognato di suo zio, nella lotta per il Regno d'Italia contro Berengario, non quello di Ivrea, quell'altro, del Friuli, potete distinguerli dall'accento. Vinse nella battaglia sulla Trebbia, come Annibale, ma vi morì suo fratello Guido, così possiamo semplificare il contesto dei nomi. In compenso nell'894 non riuscì a fermare l'assalto di Arnolfo di Carinzia, noto per essere un suo intimo, il suo intimo di Carinzia. Successivamente divenne fedelissimo di Berengario, sempre quell'altro, giusto in tempo per morire nel 901 felice e pacificato. Anscario ebbe ad Ivrea e in Canavese molti valorosi sostenitori. Uno fu Claudio Cuor di Leone da Rivarolo, noto per il fatto che ogni volta che Anscario gli chiedeva conto delle gabelle percepite, rispondeva che le aveva restituite. Ma il più eminente fu senza dubbio Gigno Vinia, che suggeriva costantemente al Marchese di allearsi con Albero da Giussano, da non confondere con Alberto da Giussano, di trecento anni posteriore. Non possiamo però dimenticare la celeberrima Anna Malo, nota per le sue risate argentine ogniqualvolta le venisse documentata una disgrazia politica, sociale o ambientale. Ci limiteremo ulteriormente a citare Georgia Popolo, una battagliera amazzone che amava riempire i presepi di bellicosi guerrieri. Va da sè che l'Assessore Balzola smentisce categoricamente l'esistenza di tali personaggi.
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