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La cataratta, una gallina dalle uova d’oro

L’ambulatorio attrezzato a Settimo “No”, le sale chirurgiche a Chivasso “No”, una stanzetta all’ospedale di Chivasso “No”. Messi in fila i “No” all’oculistica su questa parte del territorio dell’Asl to4 vicinissima a Torino sembrano francamente un po’ troppi. Va bene che la “politica” non è più autorevole come un tempo, ma anche dando per comprensibili (e non lo sono) i problemi organizzativi dell’Asl To4, ci deve essere per forza dell’altro.  A essere cattivi, ma proprio tanto cattivi, l’oculistica non s’apre perchè gli “oculisti” di Torino semplicemente non vogliono e basta dare un rapido sguardo alla rete per capire quanti ce ne sono che se ne occupano (soprattutto privati) tra cui il “Gradenigo”, il “koelliker” e la “Cellini”. Insomma, si tratta di un settore dai facili guadagni e senza grossi costi, ideale per l’accreditamento. Senza andare tanto indietro negli anni, una cosa più o meno simile era già successa con l’emodinamica, lasciata nella mani del povero dottor Kamal, anche in quel caso senza alcuna apparecchiatura (correva il 2011 o giù di lì). Tornando alla cataratta e in generale ai problemi alla vista che colpiscono più facilmente persone di una certa età, quello che fa male è costringerli a compiere decine di chilometri. Una sanità che funziona sul serio e che ha rispetto per i propri cittadini questo non lo dovrebbe permettere. 
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