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CHIVASSO. Garritano e Plassio: due artigiani doc si raccontano ai tempi del Coronavirus

Anche le attività artigianali, quelle dei Maestri Artigiani, di cui la nostra Italia può farsi vanto, si sono scontrate con il Coronavirus. Abbiamo chiacchierato con due di loro... un artigiano orafo di Chivasso e un artigiano del legno, corniciaio nello specifico, di Brandizzo: Luca Garritano, titolare di “L.G. Laboratorio Orafo” di via Torino 46, il primo, e Maurizio Plassio, titolare de “La Casa della Cornice” di via Monte Grappa 12, il secondo... lo abbiamo fatto per farci raccontare come è stato fermare la propria attività, come è stata la quarantena e com’è oggi la ripartenza.

Surreale, questo è il termine che userei per descrivere ciò che è successo e che ancora succede - comincia a raccontare Luca Garritano -. Era sera e ricordo che un cliente mi chiese se potevo consegnargli il lavoro che mi aveva commissionato perché temeva che con questa storia del Coronavirus, di lì a poco, ci avrebbero chiusi in casa… detto fatto… il giorno dopo è arrivato il decreto di Conte che dichiarava tutta Italia zona rossa. Due mesi e passa senza poter uscire, se non per necessità… sembrava un brutto sogno, ma senza sveglia al mattino, una triste realtà purtroppo. Era difficile da credere che un virus stesse uccidendo così tante persone e che fossimo stati privati delle nostre libertà - continua a raccontare -. Sono stato a casa con le mie bimbe, me le sono godute, e questa è stata sicuramente la nota positiva del tutto. Ho fatto ciò che si può fare in casa: le pulizie, ho aiutato mia moglie, abbiamo seguito le bambine per aiutarle con la didattica a distanza. Sono stati mesi lunghi, uscivamo solo una volta alla settimana per la spesa, c’era il timore di portare in casa virus… soprattutto all’inizio è stato impressionante quanto la situazione ci abbia condizionati. Ora ho ripreso a lavorare, dal 4 maggio per l’esattezza, ma è davvero dura - confessa -. Le persone non hanno soldi, io non vendo beni di prima necessità, è più servizio di ‘sfizio’ quello rappresentato dal mio settore, vengono prima cibo e farmaci giustamente. Spero di riuscire almeno a lavoricchiare in questi mesi, se così fosse sarei già contento. Lavoro anche con dei negozi e loro stessi hanno molta paura, ci sono meno acquisti e meno riparazioni… per queste ultime dipendo molto dai negozianti e attualmente sono metà della metà degli altri anni. Speriamo che il tutto migliori e ci sia una ripresa… affitti e tasse da pagare restano e se non arrivano i clienti a darci lavoro la vedo dura. La situazione è questa e non possiamo farci nulla, se non evitare di abbatterci ed essere ottimisti” dichiara speranzoso.

A causa dell'emergenza sanitaria legata al Coronavirus, ho dovuto forzatamente chiudere la mia attività verso la metà di marzo - comincia a raccontare Maurizio Plassio -. Inizialmente è stato un vero shock. Non mi aspettavo che il tutto raggiungesse una gravità tale da determinare una chiusura forzata a 360°. Non sono ansioso per natura, ma dopo aver elaborato la gravità della situazione legata al Covid -19, il mio pensiero è stato ovviamente per la mia azienda e per tutto ciò che ne poteva conseguire economicamente parlando... niente di buono - dichiara -. Però la quarantena mi è servita per ‘godermi’ la famiglia: sia io che la mia compagna svolgiamo attività che ci occupano praticamente tutta la settimana e, spesso, anche il sabato; quindi ritrovarci tutti a casa con le bambine, per oltre un mese e mezzo, è stato un qualcosa senza precedenti… inizialmente mi ha un po’ stranito, ma poi l’ho molto apprezzato”. Maurizio ha riaperto la sua attività il 4 maggio, dopo quasi due mesi di chiusura forzata, poiché la sua categoria merceologica, trattandosi di beni "formalmente" non indispensabili, non rientrava in quelle che potevano continuare ad operare. “E' stata dura e lo sarà per molto tempo, soprattutto perchè i corsi di disegno e pittura che servivo abitualmente, vendendogli materiale artistico e realizzando cornici, sono stati interrotti a febbraio e non si sa quando e come ripartiranno. In ogni caso non c'è altra via, a mio avviso, che quella di rimboccarsi le maniche e cercare di fare del proprio meglio, senza peccare di vittimismo” afferma fiducioso.

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