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CHIVASSO. Day Surgery a Cuorgné? Per l’Asl niente di vero

CHIVASSO. Day Surgery a Cuorgné? Per l’Asl niente di vero

il vecchio ospedale dismesso nel 2018

Sono voci insistenti quelle che, da qualche giorno, si rincorrono all’ospedale di Chivasso. Al civico 3 di corso Galileo Ferraris è un fuggi fuggi di notizie sul Day Surgery, il reparto che ha il compito di eseguire interventi chirurgici nel più breve tempo possibile in quanto la degenza in ospedale non è indispensabile né necessaria. Secondo i rumors, la direzione avrebbe in mente di chiudere il Day Surgery per tutta l’estate. Ovvero, da lunedì 20 luglio fino a sabato 12 settembre: il motivo sarebbe che il numero degli anestesisti regolarmente assunti dall’azienda sanitaria non sarebbe sufficiente per far funzionare l’unità “a pieno regime”. Naturalmente, se alle indiscrezioni dovessero seguire i fatti, le conseguenze sarebbero per tutti pesanti: l’allungamento dei tempi delle liste d’attesa per i pazienti e lo spostamento degli infermieri e degli altri operatori sanitari in altri reparti, se non addirittura in altre sedi. Ma c’è di più. Nel tam tam generale c’è chi dice che, tra le ipotesi pensate dall’azienda sanitaria, il lavoro di anestesisti e chirurghi potrebbe addirittura non riaprire più nella sede chivassese ma essere trasferito nei presidi ospedalieri di Cuorgnè o Lanzo, su cui i dirigenti hanno intenzione di investire molto in termini di aumento di servizi e prestazioni erogate. Al momento nessun comunicato stampa ha confermato le ipotesi e nessun avviso è stato ancora appeso davanti alle porte d’entrata del reparto. Al contrario, l’ufficio stampa dell’Asl e il direttore generale Lorenzo Ardissone smentiscono categoricamente i rumors. “Non è assolutamente vero, mai è stato messo in discussione il Day Surgery di Chivasso - dicono dall’Asl -. La Direzione aziendale sta facendo incontri per riorganizzare e potenziare il Day Surgery in un'ottica aziendale al fine di ridurre le liste d'attesa e, quindi, i tempi di attesa”. “Intendiamo valorizzare al massimo tutte le risorse umane, materiali e tecnologiche nell'interesse dei cittadini - spiega Ardissone -. Quindi, non ridurre, ma offrire in più punti, valorizzando adeguatamente ogni sede e ogni équipe senza chiudere nulla, anzi”.
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