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01 Ottobre 2014 - 13:16
Giancarlo Caselli
"Le mani della mafia liquida in agricoltura sono storiche. L'etichettatura anonima non consente di ricostruire la provenienza dei vari ingredienti nei cibi o nelle bevande pseudo 'made in Italy' e questo riguarda metà della spesa quotidiana di ciascun consumatore.
L'etichettatura corretta è indice di trasparenza ed è un valore aggiunto. Le adulterazioni si potrebbero ridurre fortemente non finanziando con fondi pubblici le aziende che non sono vero baluardo di qualità e di Italia, oltre che aumentando i controlli e grazie ad una normativa più stringente". E' quanto tra l'altro afferma il procuratore Giancarlo Caselli, presidente dell'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso da Coldiretti, intervistato da "Calabria on web" (www.calabriaonweb.it), il magazine edito dal Consiglio regionale della Calabria.
"Il rapporto 'Agromafie', realizzato da Coldiretti con Eurispes per il 2013, ci dimostra - prosegue il magistrato intervistato da Lucia Lipari - che il fatturato del fraudolento made in Italy, nel solo settore agroalimentare, ha oltrepassato i 60 miliardi di euro. Si parla dell'Italian sounding e dell'ancora più pericoloso italian laundering, un mix ben confezionato di pubblicità e prodotti ingannevoli, sofisticazioni, scadente qualità, lavaggio di danaro sporco. Le mafie dimostrano, ancora una volta, la loro straordinaria capacità di adattarsi alle nuove fasi della globalizzazione dei mercati e dai traffici internazionali".
A proposito del caporalato "pare che sul piano legislativo qualcosa si stia muovendo - spiega - ma va detto che le arance calabresi vengono pagate agli agricoltori 0,08 centesimi di euro al chilo. Un litro di aranciata, che contiene 3 centesimi di euro di arancia, costa 1,50 euro, a fronte di una percentuale di succo, disciplinata dalla normativa europea, del 12%. L'ipotesi di aumentare queste percentuali fin qui sono state respinte, con la mobilitazione dei paladini della libertà degli scambi. In questo modo, però, le sacche di disoccupazione, lavoro nero, caporalato, prosperano, mentre la miglior redistribuzione del valore lungo le diverse fasi della filiera ridurrebbe tutto questo, andando ad incidere considerevolmente su tutto il comparto".
"Dallo smaltimento dei rifiuti industriali tossici - afferma poi Caselli - arriva il danno per l'economia, la salute, l'ambiente e le coste, non più balneabili per via degli scarichi, per i prodotti agricoli che ingeriamo. In Italia il sistema vigente, in linea generale, è efficace, per i controlli ufficiali delle denominazioni registrate come Dop/Igp/Stg. L'Ue promuove i controlli italiani su Dop e Igp. Sono già stati effettuati 60 mila controlli ad opera di organismi di controllo, con oltre 32 milioni di euro di sequestri. La repressione delle frodi inizia a dare i suoi frutti anche in Europa, come ad esempio l'olio falsamente etichettato Igp Toscano, sospeso dalla commercializzazione nei magazzini Harrod's di Londra".
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