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06 Dicembre 2025 - 14:08
Angelo D’Orsi
Il clima culturale e politico torinese si accende attorno a due stop che, nel giro di pochi giorni, hanno colpito altrettante conferenze dedicate a un tema considerato cruciale nel contesto attuale: la democrazia in tempo di guerra. A far esplodere il caso è stata prima la cancellazione di un incontro con il professor Angelo D’Orsi al Polo del ’900, poi la revoca — arrivata dai Salesiani — dell’autorizzazione all’utilizzo del Teatro Grande Valdocco, dove il 9 dicembre avrebbe dovuto svolgersi un nuovo appuntamento dal titolo “Democrazia in tempo di guerra”, cui era prevista la partecipazione anche di Alessandro Barbero.
Una doppia battuta d’arresto che ha immediatamente scatenato reazioni nel mondo politico e culturale, con il Movimento 5 Stelle Torino che ha parlato di episodio “estremamente grave” per una città che dovrebbe rappresentare uno dei centri più attivi del dibattito pubblico nazionale. A guidare la protesta è il capogruppo Andrea Russi, affiancato da altri esponenti del movimento, che sottolinea la criticità di due annullamenti così ravvicinati a danno di iniziative legate a un tema altamente sensibile.
«Due stop così ravvicinati, su iniziative che affrontano un tema decisivo nel momento storico che stiamo vivendo, rappresentano un fatto estremamente grave per una città che dovrebbe saper garantire spazio al confronto pubblico», dichiara Russi. Parole che interpretano il malcontento di una parte della cittadinanza che vede nella limitazione degli spazi di discussione un segnale preoccupante, soprattutto in un contesto internazionale attraversato da tensioni, escalation militari e un dibattito pubblico sempre più polarizzato.
Gli esponenti del M5S non nascondono la loro solidarietà nei confronti del professor D’Orsi, studioso spesso coinvolto in incontri pubblici sul ruolo dell’informazione, sulla memoria storica e sulle trasformazioni della democrazia contemporanea. «Esprimiamo solidarietà al professor D’Orsi e a chi aveva lavorato per costruire un’occasione di discussione che oggi risulta necessaria», affermano. Per il movimento, impedire riflessioni su temi come la tenuta democratica e la libertà di informazione, proprio ora che tali questioni attraversano l’agenda politica mondiale, rappresenta un impoverimento della città.
Il comunicato dei Cinque Stelle insiste su un punto sostanziale: «In una fase segnata da escalation militare, tensioni internazionali e un dibattito sempre più rigido, impedire eventi che provano a riflettere sul ruolo dell’informazione e sulla tenuta democratica indebolisce il pluralismo culturale e rende più difficile per la cittadinanza maturare un’opinione consapevole». È una denuncia che guarda oltre il singolo episodio e chiama in causa un problema più generale: la fragilità degli spazi di confronto, soprattutto quando ad animarli sono voci accademiche o intellettuali non allineate alle narrazioni dominanti.
Di fronte a queste difficoltà, il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle sceglie di attivarsi concretamente. «Per evitare ulteriori ostacoli — spiegano — ci mettiamo a disposizione per facilitare la prenotazione di uno spazio adeguato, anche tramite il nostro simbolo e le nostre prerogative istituzionali». Una proposta che vuole ribadire la centralità della città come luogo aperto, inclusivo e capace di accogliere dibattiti anche scomodi, purché utili alla crescita collettiva.
L’appello finale è rivolto direttamente a Torino, chiamata a preservare la propria identità culturale e il ruolo che storicamente ha giocato nel panorama nazionale: «Torino deve restare una città capace di ospitare dibattito e partecipazione, soprattutto quando i temi riguardano la libertà di parola e il funzionamento della nostra democrazia».
Il caso, dunque, non si chiude con l’annullamento degli eventi, ma apre una discussione più ampia sul rapporto tra istituzioni, spazi culturali, libertà di espressione e responsabilità civica. Temi che non riguardano solo il pubblico torinese, ma il modo stesso in cui il Paese decide di confrontarsi con il proprio presente.

Andrea Russi, capogruppo M5S a Torino
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