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04 Dicembre 2025 - 22:56
Diego Formia
A Ivrea, ci sono giorni in cui l’odore delle arance sembra precedere la loro comparsa. Giorni in cui le piazze cambiano voce, le strade diventano più strette e il passo della gente si fa diverso, come se la città stessa si preparasse a trattenere il fiato. È in questo clima sospeso, fatto di memorie, adrenalina e rituali tramandati, che arriva “Meravigliosa follia. La battaglia delle arance vista da dentro”, il nuovo libro di Diego Formia, eporediese, arancere, osservatore partecipe di un mondo che conosce fin nelle sue vibrazioni più intime.
Il volume, già disponibile nelle librerie, nelle edicole del centro e allo “Spritz – Quel negozio che fa le magliette”, si presenta come un viaggio nella parte più autentica della tradizione eporediese: quella che sfugge ai racconti ufficiali, alle definizioni scolastiche, alle semplificazioni da dépliant turistico. Formia non vuole spiegare la battaglia delle arance: vuole restituirne il battito.

Per questo, nel descrivere il senso del suo lavoro, sceglie parole che sembrano uscire direttamente dal cuore di chi, ogni anno, si lascia travolgere da un’energia che non ha eguali: «Il mio lavoro è una dichiarazione d’amore incondizionato per una delle espressioni più pure, coinvolgenti e inspiegabili della cultura popolare italiana. Una cavalcata, gioiosa e sfrenata, alla scoperta delle tante sfaccettature di questa misteriosa, appiccicosa, Meravigliosa follia. In cui chi già conosce e frequenta la battaglia delle arance ne può ritrovare lo spirito, e chi non ne sa proprio nulla può cominciare a familiarizzarci.»
Non è un caso che l’autore scelga di andare oltre la solita lettura allegorica – il popolo contro il tiranno, gli aranceri a terra contro quelli sui carri. Una narrazione corretta, certo, ma incapace di contenere tutto il resto: la densità emotiva, la tensione, il caos fertile che si accende tra la folla. Formia lo dice con chiarezza: limitarsi alla simbologia storica è come osservare la superficie di un mare agitato senza intuire la profondità delle correnti che lo muovono.
Le due sezioni del libro, “La battaglia, vista da terra” e “La battaglia, vista dal carro”, ricostruiscono questo mondo da entrambi i punti di vista. Capitoli brevi, veloci, illuminano frammenti vissuti: il fremito che attraversa la piazza prima che passi il primo carro, la furia dei “testa a testa”, la tregua improvvisa durante i momenti di pausa, la concitazione delle premiazioni. Sono scene che ogni eporediese conosce, ma che raramente vengono raccontate dall’interno, con la verità semplice di chi le ha realmente vissute.
Accanto a queste narrazioni, il libro ospita ventotto “schede umane”, altrettanti ritratti degli aranceri tipici. Sono piccoli quadri ironici, graffianti, resa comica e affettuosa di un’umanità variegata, firmati dal tratto brillante di Andrea Paoloni, architetto e illustratore con la naturale inclinazione allo sberleffo. Chi conosce Ivrea non avrà difficoltà a riconoscere in quelle figure amici, parenti, compagni di squadra, avversari di piazza: volti che compongono, insieme, la geografia emotiva del Carnevale.
La pubblicazione porta la firma di natipifferi, la casa editrice che anima “Il Piffero”, il foglio satirico del Carnevale. Una scelta che non è semplicemente editoriale, ma identitaria: “Meravigliosa follia” nasce già dentro il suo contesto naturale, con la sua stessa vena ironica e quel tocco di irriverenza che appartiene alla tradizione più profonda della città.
La presentazione ufficiale è fissata per lunedì 8 dicembre alle 18, allo Spritz di via Arduino. Sarà probabilmente un momento raccolto, vivace, di quelli che a Ivrea riescono sempre: persone che si conoscono da una vita, ricordi che riaffiorano, discussioni animate su chi tira meglio, su quale carro quest’anno farà la differenza. Ma soprattutto sarà un modo per entrare in quella “meravigliosa follia” che Formia racconta con lucidità e affetto, con lo sguardo pulito di chi ha deciso che certe tradizioni non si spiegano: si vivono. E quando si possono raccontare, vale la pena farlo così.
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