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Nel parco di Palazzo Ellena arriva il “tempo” di Tebenghi: via ai lavori

Riqualificazione da 473 mila euro per restituire spazio e funzioni al parco comunale

Lavori in corso a Palazzo Ellena di Brusasco

Lavori in corso a Palazzo Ellena di Brusasco

Lunedì 1 dicembre il cancello di Palazzo Ellena si è riaperto non per un evento culturale, ma per l’arrivo delle ruspe. Un cantiere vero, finalmente. Il parco della dimora settecentesca — oggi sede della biblioteca e di diversi spazi pubblici — entra in una nuova fase della sua storia. L’impresa Perino, sotto la direzione dell’architetto Angelo Delli Gatti, ha avviato i lavori finanziati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: 473 mila euro destinati a trasformare un’area rimasta immobile per anni in uno spazio fruibile e utilizzabile da tutta la comunità.

Il progetto, approvato dall'amministrazione comunale del sindaco Giulio Bosso e autorizzato dalla Soprintendenza, punta a risultati pratici: percorsi accessibili, nuove pavimentazioni, aiuole ridisegnate, spazi adatti a incontri, attività culturali, appuntamenti musicali e teatrali. Le immagini progettuali mostrano un impianto pensato per essere usato, non solo osservato: sedute, gradonate, zone aperte, collegamento diretto con la biblioteca e con le attività che già si svolgono nel palazzo.

Una parte significativa dell’intervento riguarda il tema della misurazione del tempo. Brusasco ha scelto di dedicare questo percorso al concittadino Mario Tebenghi, autore di numerose meridiane realizzate in diverse regioni italiane. Nel parco saranno installati strumenti e strutture didattiche: una meridiana analemmatica, una “mira polare” con doppio quadrante per mattino e pomeriggio, il “plinto di Tolomeo” rotante, oltre ad altri elementi illustrati nel progetto. Il muro delle meridiane, già compreso nei lavori avviati, farà da riferimento per l’intero percorso; le altre installazioni saranno realizzate tramite un appalto dedicato.

L’obiettivo è restituire ai cittadini un’area accessibile e funzionale, capace di ospitare iniziative culturali e attività educative. Un passaggio che completa il lavoro avviato negli anni su Palazzo Ellena: edificio del Settecento, passato tra diverse famiglie, acquistato dal Comune nel 2002 e trasformato in sede della biblioteca, dell’archivio storico e di numerosi eventi pubblici.

I lavori sono iniziati. Ora si tratta di accompagnare questa trasformazione affinché il parco, una volta terminato, diventi davvero parte della vita quotidiana del paese.

Mario Tebenghi, il Signore delle Meridiane

Mario Tebenghi non è stato soltanto un appassionato di orologi solari: è stato l’uomo che, per tutta la vita, ha trasformato la misurazione del tempo in un gesto artistico e popolare, accessibile a chiunque alzasse lo sguardo verso un muro. La sua biografia, lunga quasi un secolo, attraversa artigianato, grafica, astronomia pratica e un’idea semplice: rendere la conoscenza qualcosa che si può toccare, vedere, leggere nella quotidianità.

Nato nel 1922, Tebenghi scoprì presto il talento per il disegno. Lo coltivò prima nel mondo della grafica, in uno dei periodi più intensi della comunicazione visiva italiana del Dopoguerra. Lavorò per studi prestigiosi, maturando quella precisione del tratto che diventerà il marchio distintivo delle sue meridiane: linee nette, numerazioni rigorose, curve tracciate con una sicurezza quasi chirurgica. Ma negli anni Sessanta, quando molti inseguivano il futuro, lui scelse di tornare a un sapere antichissimo. Dalla grafica degli slogan passò al linguaggio del sole.

Nel tempo, Tebenghi costruì un repertorio sterminato: oltre cinquecento meridiane, disseminate su case private, edifici pubblici, borghi, scuole, chiese, cortili e paesi interi. Ogni opera nasceva da un sopralluogo, un calcolo, un confronto con l’esposizione del muro, con la latitudine, con la luce che quel luogo riceveva nelle stagioni. La gnomonica non è un’arte astratta: è la scienza della relazione tra il sole e lo spazio abitato. Tebenghi lo sapeva e lavorava con ostinazione per far sì che ogni quadrante fosse non solo corretto, ma leggibile, stabile, duraturo.

Molte delle sue meridiane sono riconoscibili per una cifra che ormai è diventata parte della sua identità: il sole con il volto sorridente, disegnato con linee leggere e un’ironia gentile che non scivola mai nel naïf. Un modo per ricordare che lo strumento solare non è solo calcolo ed esattezza, ma anche un invito a osservare il mondo con curiosità. In molte opere compaiono anche motti in latino, italiano o dialetto: brevi frasi sul tempo che passa, sulla misura delle ore, sull’attenzione da dedicare a ciò che scorre. I motti non sono ornamento: sono istruzioni morali, riflessioni trasformate in segno grafico.

Negli ultimi decenni della sua vita, Tebenghi divenne un punto di riferimento per scuole, comuni, associazioni. Era chiamato per progettare nuove meridiane, ma anche per insegnare come funzionavano: ai bambini mostrava come si calcola un angolo di incidenza, agli adulti spiegava come correggere l’ora solare con l’equazione del tempo. Il suo approccio era divulgativo, mai pedante. Parlava di astronomia come si parla di un mestiere antico, facendo disegnare a mano le linee del quadrante e chiedendo sempre la stessa cosa: guardate l’ombra.

Quando si trasferì a Brusasco, portò con sé strumenti, bozzetti, taccuini e una quantità impressionante di documentazione. Qui continuò a lavorare fino all’ultimo, tra commissioni, restauri e nuove progettazioni. Il suo archivio — oggi considerato un patrimonio locale — raccoglie decine di schizzi preparatori, studi prospettici, disegni tecnici e fotografie. Tutto materiale che restituisce un metodo rigoroso: calcolo, verifica, bozza, revisione, realizzazione. Non lasciava nulla al caso. Ogni meridiana era un organismo preciso, che doveva funzionare perfettamente.

La sua presenza nel territorio ha avuto un impatto profondo. Paesi come Montiglio e Brusasco sono diventati, grazie a lui, veri e propri “luoghi del tempo”, punteggiati da meridiane che raccontano una storia comune. E proprio a Brusasco, dove Tebenghi trascorse gli ultimi anni, la comunità ha iniziato a riconoscere il valore del suo lavoro non solo come produzione artigianale, ma come parte della propria identità civica. Da qui nasce la scelta di dedicarli un percorso nel parco di Palazzo Ellena, integrando strumenti di misurazione del tempo tra le nuove installazioni.

Il progetto comunale non inserisce meridiane come decorazioni: le colloca in continuità con una vita dedicata alla precisione e alla divulgazione. Una meridiana analemmatica, una mira polare, un plinto di Tolomeo, un muro delle meridiane: elementi che parlano la stessa lingua delle opere di Tebenghi e che permettono ai cittadini di avvicinarsi, di osservare, di verificare come l’ombra racconta il passare delle ore. Un modo per far sì che la scienza non rimanga chiusa nei libri, ma torni nei luoghi aperti, quelli che tutti possono attraversare.

Tebenghi ha trasformato il tempo in una traccia visibile. Oggi Brusasco prova a fare lo stesso: inserire quella traccia nel parco, restituendole spazio e continuità. Non un monumento, ma un’eredità che continua a funzionare. Perché le sue meridiane non commemorano: lavorano, ogni giorno, finché il sole sorge.

Ruspe al lavoro a Palazzo Ellena

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