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02 Dicembre 2025 - 22:11
Debiti fuori controllo? A Venaria arriva un presidio gratuito per chi rischia il collasso
Venaria Reale attiva uno sportello per chi affoga tra debiti: un segnale concreto in un Paese in cui sempre più famiglie vivono una fragilità economica crescente. Oggi, 2 dicembre 2025, la firma della convenzione tra il Comune di Venaria Reale e la Fondazione San Matteo Torino – Insieme contro l’usura O.N.L.U.S. apre la porta a un progetto dal peso sociale reale: dare ascolto, orientamento e supporto a chi rischia di vedere la propria vita inghiottita dal sovraindebitamento. Lo sportello nascerà nel Centro Lavoro di Piazza Cavour 4 e offrirà un aiuto gratuito a famiglie e individui bloccati tra rate, bollette e prestiti, con accesso su appuntamento mensile.
Il sindaco Fabio Giulivi ha spiegato che la scelta non è retorica: questo servizio rappresenta «un luogo sicuro» per chi vive in difficoltà reale, un tentativo di evitare che lo squilibrio economico sfoci nell’isolamento. Dal canto suo l’assessore al Bilancio Gianpaolo Cerrini ha ricordato che sostenere chi attraversa un momento di fragilità non è carità, ma politica sociale di prossimità. E l’assessore alle Politiche Sociali Luigi Tinozzi ha sottolineato come il sovraindebitamento sia spesso invisibile, ma per chi lo vive soffocante — e che per questo va intercettato prima che diventi crisi irreversibile.
La Fondazione San Matteo, guidata da Roberto Mollo, porta sul piatto decenni di esperienza nel contrasto all’usura e all’indebitamento. L’obiettivo è semplice quanto urgente: non soltanto fornire assistenza a chi è già in crisi, ma anche avviare un percorso di educazione finanziaria, per prevenire che altri nuclei familiari entrino in un tunnel di debiti.
È un passo avanti concreto — ma occorre leggere questo gesto alla luce di un fenomeno che in Italia non è affatto marginale.
Il sovraindebitamento, nel Paese, è una crisi silenziosa che attraversa categorie diverse tra loro: pensionati, lavoratori autonomi, famiglie monoreddito, persone con redditi instabili. Non è l’effetto di “spese irresponsabili”, ma il risultato combinato di rincari, mutui più costosi, inflazione, stipendi fermi e una crescente difficoltà a far fronte anche alle spese ordinarie. Un equilibrio che basta poco a spezzare.
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La firma dell'accordo
In migliaia vivono ogni giorno il paradosso di stipendi che non cambiano e di rate che salgono. La telefonata che non si vuole sentire, la busta che rimane chiusa sul tavolo, il conto che si evita di guardare. L’indebitamento non esplode all’improvviso: avanza lentamente, togliendo prima la serenità, poi il margine di scelta, infine la dignità.
Lo sportello di Venaria Reale può quindi rappresentare un presidio anti-isolamento: non un miracolo, ma un luogo dove trovare un interlocutore. Perché un incontro, una guida esperta, un supporto legale e umano possono segnare la differenza tra un debito temporaneo e un tracollo irreversibile.
Quello che manca, però, è una strategia nazionale capace di affrontare il tema con continuità. Serve un investimento stabile sull’educazione finanziaria, serve snellire le procedure di composizione delle crisi, serve una comunicazione accessibile che permetta alle persone di capire quando e come chiedere aiuto. Perché oggi, in Italia, molte famiglie arrivano agli sportelli quando la situazione è già compromessa: non per mancanza di volontà, ma per vergogna, sfiducia o semplicemente disinformazione.
Il sovraindebitamento non è un problema individuale: è un termometro sociale. Indica dove il tessuto economico è più fragile, dove il welfare non riesce a fare da rete, dove il lavoro non garantisce più quella stabilità che per decenni è stata data per scontata.
Lo sportello di Venaria è dunque un segnale: non risolve il fenomeno, ma apre una strada. Una direzione chiara, fatta di ascolto, prevenzione, accompagnamento. È un punto di partenza che dice che le crisi economiche personali non devono diventare colpe, né condanne.
Se vogliamo evitare che il sovraindebitamento resti una tragedia privata, serve che sempre più amministrazioni, enti, fondazioni e realtà territoriali seguano questa linea: rendere il debito un problema pubblico, e la dignità un diritto collettivo.
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